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Il maestro del mullah Omar è il nuovo leader dei talebani

I suoi studi hanno fornito la giustificazione religiosa per le operazioni militari e terroristiche del gruppo. Sirajuddin Haqqani e Mohammad Yaqoob, figlio del mullah Omar, sono stati nominati suoi vice

Haibatullah Akhunzada, il nuovo leader dei talebani
Haibatullah Akhunzada, il nuovo leader dei talebani

Il mullah Mawlawi Haibatullah Akhunzada è il nuovo leader dei talebani afghani. È quanto conferma un portavoce del gruppo. Il sanguinario Sirajuddin Haqqani e Mohammad Yaqoob, figlio del mullah Omar, sono stati nominati suoi vice. Nello stesso messaggio, i talebani confermano la morte del mullah Akhtar Mansoor durante un raid statunitense avvenuto sabato scorso nella provincia di Balochistan, nel Pakistan.

Il mullah Haibatullah Akhunzada ha una lunga esperienza all’interno della leadership talebana. Dopo l’ascesa del Mullah Mansoor, avvenuta la scorsa estate, era divenuto il secondo uomo più influente del movimento.

Il “maestro” così chiamato dallo stesso mullah Omar, è un uomo tra i 45 ed i 50 anni. Molto rispettato, dovrebbe essere originario di Kandahar, appartenente alla tribù Noorzai, tra le più potenti della leadership talebana. Più leader religioso che comandante militare, è ritenuto l’autore delle principali fatwa dei talebani. I suoi studi hanno fornito la giustificazione religiosa per le operazioni militari e terroristiche del gruppo. Dovrebbe aver trascorso la sua vita in Afghanistan, mantenendo stretti legami con la Shura nella città pakistana di Quetta. Il Consiglio Supremo, riunitosi da domenica scorsa in una località segreta del Pakistan, ha deliberato all’unanimità che Haibatullah Akhundzada diventasse il nuovo leader dell'Emirato Islamico. Tutti i membri della shura hanno giurato fedeltà al nuovo leader a differenza di quanto avvenuto lo scorso anno, quando i talebani si ritrovarono profondamente divisi sulla nomina di Mansour (quest’ultimo tenne segreta per due anni la morte di Omar, avvenuta a Karachi nel 2013). La nomina di Akhundzada, invece, è ritenuta inoppugnabile: la sua figura è ritenuta molto vicina, per carisma, a quella del mullah Omar. Nel religioso, che proviene dalla tradizionale roccaforte talebana di Kandahar, la leadership talebana ripone la speranza di riunificare il movimento, profondamente turbato dopo la morte di Omar.

Mohammad Yaqoob, figlio del mullah Omar, avrebbe rifiutato la guida del movimento a causa della sua giovane età. Verosimilmente è stato ritenuto ancora inesperto per guidare i talebani. Il suo indottrinamento sotto la figura dello stesso maestro del padre, fondatore del movimento, esercita un certo fascino tra i talebani per quello che sarà il futuro leader del gruppo. Sirajuddin Haqqani, mente di alcuni degli attacchi più cruenti avvenuti in Afghanistan, avrebbe rifiutato a causa di motivi personali.

In realtà, la decisione di non consacrarlo alla guida del movimento è puramente strategica. Haqqani è il leader della rete terroristica ad ampio raggio Haqqani, allineata ad al-Qaeda. Sulla sua testa pende una taglia, vivo o morto, di 10 milioni di dollari del Dipartimento di Stato. La sua nomina non avrebbe fatto altro che aumentare gli sforzi del Pentagono volti alla sua eliminazione.

Scartate, infine, le candidature del mullah Abdul Ghani Baradar, ex vice del movimento vicino all’establishment militare pakistano ed il mullah Adbul Qayyum Zakir, considerato uno dei comandanti più violenti dei talebani.

I talebani combattono fin dal 2001 il governo di Kabul. Nel ricordo di Mansoor, i talebani elogiano il rifiuto ad intraprendere i colloqui di pace mediati da Afghanistan, Cina, Pakistan e Stati Uniti.

"Durante la sua leadership, in un momento molto difficile, non ha accettato l’imposizione di un falso processo di pace viziato da pressioni interne ed estere”.

I talebani hanno annunciato tre giorni di lutto, tra cerimonie e preghiere, a partire da domani.

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