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Malesia, espulsi quattro finlandesi accusati di "proselitismo"

Subito dopo l’arresto dei quattro Finlandesi accusati di “proselitismo”, gli integralisti islamici malesi hanno esortato le autorità a introdurre la “pena di morte” nei confronti di chi incoraggia i musulmani a “praticare l’apostasia”

Malesia, espulsi quattro finlandesi accusati di "proselitismo"

Le autorità malesi hanno in questi giorni adottato la “linea dura” nei confronti di alcuni soggetti di religione cristiana. Quattro cittadini finlandesi sono stati infatti arrestati con l’accusa di “proselitismo”. Le autorità hanno disposto nei confronti degli individui fermati l’espulsione immediata dal Paese islamico, oltre al divieto perpetuo di rimettere piede in quest’ultimo.

I quattro Finlandesi, due uomini e due donne, sono stati incarcerati in seguito alle denunce presentate alla polizia da diversi abitanti dell’isola di Langkawi, località turistica nella quale i soggetti incriminati si erano recati in villeggiatura. La popolazione locale avrebbe segnalato alle forze dell’ordine che gli stranieri avrebbero ripetutamente cercato di “convertire al cristianesimo” la gente del posto. Sia il proselitismo sia la rinuncia alla fede islamica in nome di un credo diverso sono infatti proibiti dalla legge malese, al fine di “tutelare l’unità religiosa della nazione” e di “prevenire divisioni e conflitti di carattere confessionale”.

Dopo avere fermato i quattro individui, le autorità avrebbero subito rinvenuto le “prove” del proselitismo condotto da questi ultimi. In seguito all’arresto dei Finlandesi, la polizia ha infatti condotto delle perquisizioni all’interno dell’albergo scelto da costoro per trascorrere la vacanza a Langkawi. Nelle stanze dei cittadini stranieri, gli inquirenti avrebbero trovato “materiale propagandistico”, ossia “alcune copie della Bibbia”. Di conseguenza, le forze dell’ordine hanno immediatamente adottato nei confronti dei turisti un provvedimento di espulsione con accompagnamento alla frontiera.

La notizia dell’arresto dei quattro stranieri ha subito indotto gli ambienti musulmani integralisti a reclamare “maggiore tutela normativa per l’Islam”. Costoro hanno quindi esortato il governo malese a “inasprire” le leggi anti-proselitismo.

Ad esempio, Datuk Mohd Yusof Ahmad, uno degli imam più influenti del Paese, ha proposto l’introduzione della “pena di morte” nei confronti dei soggetti accusati di “incoraggiare i musulmani a praticare l’apostasia”.

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