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Marea nera, trovato accordo tra la Bp e gli Stati americani colpiti

Un risarcimento miliardario alle aree degli Stati Uniti colpite dall'incidente alla piattaforma Deepwater Horizon

La "Deepwater Horizon" in fiamme nel Golfo del Messico
La "Deepwater Horizon" in fiamme nel Golfo del Messico

Dopo molti anni di battaglia legale, gli Stati americani "del Golfo" e la compagnia petrolifera Bp hanno trovato un accordo per il disastro del 2010, quando una marea nera invase il Golfo del Messico. Si parla di 18,7 miliardi di dollari, da dilazionare nei prossimi diciotto anni, mentre cinque miliardi e mezzo andranno in penali per "il Clean Water Act, la legge sull'inquinamento delle acque".

"Si tratta di un'entrata significativa che nel corso degli anni contribuirà a ripristinare le risorse naturali e ripagherà per le perdite dovute alla fuoriuscita di petrolio", ha commentato il dirigente della Bp, Bob Dudlye, che sostiene l'accordo risolva "le principali responsabilità legate al tragico incidente".

Il segretario alla Giustizia americano ha sottolineato che si tratta del "maggiore concordato con una singola entità nella storia degli Stati Uniti" e detto che aiuterà a "riparare i danni fatti all'ambiente e all'economia degli Stati" che furono colpiti.

Nell'incidente morirono undici persone e si ebbero danni ambientali enormi.

Esplose allora la piattaforma Deepwater Horizon, provocando una fuoriuscita di petrolio che fu impossibile arrestare per diversi giorni.

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