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Il metodo Kadyrov: ecco la singolare iniziativa anti-Isis del leader ceceno

I simpatizzanti dello Stato Islamico umiliati in diretta tv dal governatore ceceno di fronte a parenti e leader religiosi locali

Il metodo Kadyrov: ecco la singolare iniziativa anti-Isis del leader ceceno

Per dissuadere i giovani musulmani ceceni affascinati dall’ideologia dello Stato Islamico, il governatore della Cecenia Ramzan Kadyrov ha scelto un metodo un po’ rudimentale, ma che sembra, almeno da quanto mostrano le immagini, efficace. Si tratta di una solenne ramanzina che, all’inizio della settimana scorsa, il leader ceceno ha rivolto contro una decina di giovani aspiranti jihadisti che avevano espresso simpatia e sostegno allo Stato Islamico tramite i social network. In un video diffuso dalla tv statale cecena Grozny e rilanciato sul canale ufficiale di You Tube di Kadyrov, infatti, si vede il leader ceceno rivolgersi con dure parole contro i giovani, definiti “fuorviati”, che lo ascoltano in fila con la testa bassa, e con lo sguardo rivolto a terra che testimonia il sentimento di umiliazione dei presunti reclutatori. Alla scena assistono anche i familiari in lacrime e gli esponenti della comunità religiosa locale, definiti al contrario dal leader come “persone rispettabili e profondamente religiose”, che contribuiscono a biasimare pubblicamente le simpatie jihadiste dei ragazzi. Il monito, ovviamente, è per tutti i giovani musulmani ceceni, affinché, come afferma Kadyrov, sappiano che “in Cecenia non c’è spazio per chi anche soltanto guarda in direzione dello Stato Islamico”.

Il governatore della repubblica della Federazione Russa a maggioranza musulmana infatti, che recentemente si è autodefinito “il nemico numero uno dell’Isis”, oltre che con le tradizionali spinte indipendentiste, oggi deve fare i conti anche con la minaccia della propaganda e del reclutamento dello Stato Islamico nella regione. I leader dei gruppi jihadisti in Cecenia, Daghestan e Inguscezia hanno infatti prestato giuramento al Califfato e proclamato qualche mese fa l’istituzione del nuovo Governatorato del Nord Caucaso. Senza considerare le recenti minacce dei fondamentalisti, proprio contro la Russia, che, soprattutto a causa del sostegno ad Assad in Siria, è divenuta un obiettivo dichiarato dei jihadisti già a partire dal 2014. E anche i numeri relativi al reclutamento nella regione parlano chiaro: sarebbero almeno 2.400, infatti, i cittadini russi che attualmente combattono nelle fila dello Stato Islamico, secondo quanto riportato dal vice direttore russo della sicurezza federale, Sergei Smirnov, citato da Ria Novosti.

L’obiettivo di Kadyrov è quindi quello di contrastare la crescente propaganda del Califfato in Cecenia attraverso il coinvolgimento della società civile, ed in particolare, come ha sottolineato il leader ceceno, spingendo i “parenti dei potenziali jihadisti” a “lavorare a stretto contatto con le autorità religiose” avvertendo le autorità locali in caso di “comportamenti sospetti dei propri figli”. L’azione del leader ceceno si inquadra, peraltro, nella strategia messa a punto dal Cremlino per il contrasto al reclutamento interno dell’Isis, nelle zone del Paese dove è forte la presenza di musulmani. Il governo russo, alla fine di agosto, ha infatti dato il via ad una campagna di contrasto alla propaganda e al reclutamento dello Stato Islamico, presentata dal vice presidente della Camera alta del Parlamento russo, Ilyas Umakhanov, che consiste nella realizzazione di una serie di attività di contrasto al fondamentalismo religioso, pensate soprattutto per i giovani musulmani del Caucaso, della regione del Volga e della Crimea. Le iniziative vengono messe in pratica a diversi livelli, a partire da quello scolastico, dove verranno svolte lezioni sulla storia dell’Islam e sulla lontananza della cultura religiosa islamica dalle attività e dalle teorie del Califfato, passando per le organizzazioni religiose, coinvolte tramite, ad esempio, l’organizzazione di campi estivi di formazione per i giovani più attivi, in cui saranno offerti modelli alternativi e moderati di approccio alla religione, per finire con i media, attraverso i quali verrà diffusa la propaganda anti-Isis come quella contenuta nel video di Kadyrov.



La Russia dunque, pur vantando una discreta esperienza nel contrasto interno al terrorismo con i reparti speciali della Polizia deputati al controllo dei gruppi estremisti, impegnati nell’arrestare qualsiasi forma di propaganda e reclutamento messa in atto da aderenti e simpatizzanti dello Stato Islamico, come dimostra peraltro l’operazione speciale che ha portato nelle scorse settimane all’uccisione in Daghestan proprio del leader dell'auto-proclamato Emirato del Caucaso, Magomed Suleimanov, punta ora soprattutto al coinvolgimento della società civile, con iniziative come quella del governatore ceceno, per sconfiggere una minaccia che interessa sempre di più il vasto territorio della Federazione.


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