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"Metterei in galera pure Maometto". Ministro egiziano rimosso per gaffe

El-Zend costretto a lasciare il suo posto dopo la battuta infelice in televisione

Ahmed El-Zend, ex ministro della Giustizia in Egitto
Ahmed El-Zend, ex ministro della Giustizia in Egitto

È stata un'intervista a una televisione locale a segnare la sorte del ministro della Giustizia, egiziano, Ahmed El-Zend, rimosso dal suo incarico perché accusato di blasfemia. Nel tentativo di rimarcare la volontà di svolgere il suo mestiere al meglio delle sue possibilità - e giustificandosi per una serie di arresti che anche all'estero hanno ottenuto un eco importante -, il titolare del dicastero si è lasciato sfuggire venerdì parole che in molti hanno ritenuto oltraggiose.

"Chiunque violi la legge può essere arrestato, anche se si tratta del Profeta, pace e benedizione su di lui", aveva dichiarato El-Zend a Sada El Balad, rendendosi conto da subito di come quelle parole potessero rischiare di essere malinterpretate. "Che Allah mi perdoni", aveva aggiunto appena dopo. Ma ormai il danno era fatto.

Secondo quanto ricostruisce oggi l'emittente qatariota Al Jazeera, El-Zend sarebbe stato rimosso dal suo incarico, dopo avere diffuso ieri una nota in cui si scusava, parlando di un "incidente involontario". Una decisione presa dal governo e non apprezzata dalla magistratura, che ha sostenuto il ruolo del ministro nell'avviare un "percorso di riforma", che ora va portato a termine.

El-Zend è noto per la sua opposizione frontale all'organizzazione dei Fratelli Musulmani, che in Egitto è stata dichiarata fuorilegge dopo l'avvento al potere della giunta militare. Ancora a Sada El Balad, ricorda la France Press, aveva detto che non sarebbe stato "soddisfatto fino a che 10mila" membri del gruppo non fossero stati "uccisi per ognuno dei martiri", caduti tra le fila di polizia ed esercito.

L'ormai ex ministro della Giustizia aveva preso il suo posto a maggio dello scorso anno, quando sul suo predecessore, Mahfouz Saber, si era scatenata una polemica, dopo che aveva dichiarato che il figlio di uno spazzino non avrebbe mai potuto aspirare a un posto da giudice.

Neppure El Zend ha comunque mai moderato i toni. Al momento della sua nomina, Middle East Eye ricordava come nel 2014 avesse dichiarato durante un'intervista televisiva: "Noi giudici siamo i padroni e gli altri non sono che schiavi". Ora parole ritenute blasfeme lo hanno costretto a rinunciare al suo incarico.

@ACortellari

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