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Raid senza fine, migliaia in fuga da Gaza. Israele abbatte un drone

Dopo sette giorni si registrano almeno 170 morti. Abu Mazen: "L'Onu ci protegga". Ban-Ki-moon: "Cessate il fuoco immediato"

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Israele continua con i raid aerei sulla Striscia di Gaza e Hamas prosegue con il lancio dei razzi. Dopo sette giorni il bilancio dell’operazione israeliana, stando al ministero della Salute di Gaza, è di 172 morti e oltre 1.200 feriti. Almeno 17mila palestinesi di Gaza hanno lasciato le loro case nel nord della Striscia e hanno trovato rifugio nelle strutture delle Nazioni Unite.

Oggi è in programma una riunione d’emergenza della Lega Araba al Cairo.

Per la prima volta dall'inizio delle ostilità l'esercito israeliano ha abbattuto un drone senza pilota lungo la sua costa meridionale. Il drone è arrivato da Gaza ed è stato abbattuto da un missile Patriot vicino alla città di Ashdod. In sette giorni i militanti palestinesi hanno sparato circa mille razzi contro Israele, causando danni alcuni feriti, ma nessuna vittima, grazie soprattutto all'efficacia del sistema di difesa "Iron Drome". Le Brigate "Izz a-Din al-Qassam", l’ala militare di Hamas, hanno annunciato di aver lanciato diversi droni verso Israele "per missioni speciali". Il ministro della Difesa israeliano, Moshe Yaalon, ha detto che le incursioni israeliane su Gaza faranno pentire Hamas di aver dato il via alla guerra. Stamani ha partecipato ad una riunione con l’establishment militare, uomini dello Shin Bet e con il Coordinatore delle Attività di governo nei Territori. Al termine, Yaalon si è detto soddisfatto di come l’operazione sta progredendo e ha aggiunto che "quando i capi di Hamas usciranno fuori dai nascondigli capiranno l’entità dei danni e della distruzione portata alla loro organizzazione e si pentiranno di essersi imbarcati in questa battaglia contro Israele".
Il presidente palestinese Abu Mazen ha inviato una lettera all’inviato Onu per il Medio Oriente, indirizzata al segretario generale Ban Ki Moon, per chiedere che "lo Stato di Palestina sia messo sotto il sistema internazionale di protezione delle Nazioni Unite". Lo ha reso noto la dirigente dell’Olp Hanan Ashrawi. Il leader palestinese chiederà alla riunione dei ministri degli esteri arabi di presentare al prossimo Consiglio generale dell’Onu "una bozza di risoluzione a livello ministeriale". La leadership palestinese chiederà alla Svizzera, come depositaria della Convenzioni, di "accelerare le consultazioni e di riunire le parti con procedura di urgenza". Intanto Ban Ki-moon chiede il cessate il fuoco immediato. In una dichiarazione diffusa ieri dall'ufficio del suo portavoce, Ban afferma di "credere fortemente che sia nell'interesse di entrambe le parti che i passi verso la pericolosa escalation siano sostituiti con immediate misure per mettere fine ai combattimenti, evitando ulteriori vittime e maggiori rischi per la pace e la sicurezza regionali". Ban ha condannato l'indiscriminato lancio di razzi contro obiettivi civili in Israele come una "violazione della legge internazionale", deplorando "l'immagine delle famiglie israeliane che si nascondono nei rifugi per la paura per la sicurezza dei loro figli". Il re di Giordania, Abdullah II, nel corso di una telefonata a Ban-Ki-moon ha lanciato un appello ad Israele a cessare di colpire i civili. Il governo giordano ha descritto l’offensiva come "barbara" e "brutale".
Falsi sms diffondo allarme fra gli israeliani. Un messaggio giunto nei giorni scorsi invitava i cittadini a rimanere in prossimità dei rifugi anti missile, indicando un prossimo attacco da Gaza, ma avvertiva anche del pericolo di attacchi di terroristi suicidi negli stessi rifugi. Scritto in inglese e in ebraico, il testo doveva sembrare inviato dal Comando del fronte interno, ma conteneva diversi errori di grammatica e la maggior parte del pubblico ha capito che era un falso. Domenica pomeriggio è stato inviato un altro falso messaggio, attribuito ai servizi interni dello Shin Bet. E mercoledì scorso è stato inviato un sms fasullo del quotidiano Haaretz in cui si avvertiva che un missile da Gaza aveva centrato un impianto petrolchimico ad Haifa e si suggeriva di lasciare la città. Il giornale ha poi dovuto smentire quanto pubblicato.

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