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Migranti, ultimatum della Ue: "Austria inizi i ricollocamenti"

Scontro tra Vienna e Bruxelles. Il cancelliere austriaco pretende l'esenzione dalla "relocation". Ma Juncker risponde picche

Migranti, ultimatum della Ue: "Austria inizi i ricollocamenti"

"Confido che l'Austria adempia agli obblighi di legge e inizi con la ridistribuzione dei richiedenti asilo dall'Italia e dalla Grecia". Il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker non scende a patti con l'Austria. E, nella lettera di risposta alle richieste avanzate dal cancelliere Christian Kern, mette in chiaro che Vienna non potrà chiamarsi fuori dallo schema di "relocation". "La Commissione è pronta a discutere come assistere le autorità austriache, affinché adempiano gradualmente ai loro obblighi - scrive Juncker - naturalmente terremo conto della solidarietà che l'Austria ha dimostrato in passato".

La tensione tra l'Austria e l'Unione europea è alle stelle. Dopo aver ordinato "controlli serrati" su tutti i treni in arrivo dall'Italia, Kern ha chiesto una deroga dal piano europeo sul ricollocamento dei migranti ritenendo di aver già fatto la propria parte. Nell'accordo di redistribuzione l'Austria aveva accettato di farsi carico di 1.491 richiedenti asilo dalla Grecia e di 462 dall'Italia nell'ambito dell'intesa del 2015 sul piano di riallocazione di 160mila profughi. Si era, poi, detta disponibile ad accogliere un primo contingente di profughi, all'interno della quota di spettanza, di 50 minori non accompagnati dall'Italia dopo che l'Unione europea aveva già concesso una proroga di un mese a Vienna. Il ministro della Difesa socialdemocratico Hans-Peter Doskozil sostiene invece che il Paese ha già fatto la sua parte perché, a fronte di una popolazione di 8,5 milioni di persone, sono stati accolti 90mile richiedenti asilo nel 2015 e altri 30mila nel 2016. Non solo. Secondo Kern, la quota di 1.900 ricollocamenti sarebbe già stata raggiunta tenendo conto degli ingressi illegali.

"Capisco le vostre preoccupazioni e timori ma desidero sottolineare che la situazione è cambiata". Nel documento inviato a Kern, Juncker ci ha tenuto a sottolineare che è stata istituita l'Agenzia europea dei guardacoste e delle guardie di frontiera e che gli hotspot in Italia e Grecia sono "pienamente operativi". "La Commissione è pronta a discutere come assistere le autorità austriache - si legge nella missiva in tedesco di tre pagine - affinché adempiano gradualmente ai loro obblighi.

Naturalmente terremo conto della solidarietà che l'Austria ha dimostrato in passato".

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