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È morta "lady cenere", simbolo dell'11 Settembre

Marcy Borders, 42 anni, divenne famosa per uno scatto che la ritraeva, dopo la strage delle Torri gemelle, interamente cosparsa di polvere. Lei miracolosamente era riuscita a salvarsi

È morta "lady cenere", simbolo dell'11 Settembre

Ce l'aveva fatta a salvarsi da quell'inferno. E le foto che la ritraevano, cosparsa di cenere dalla testa ai piedi, erano rimasti impressi nella memoria di tutti come uno dei simboli dell'11 Settembre. Quattordici anni dopo Marcy Borders è morta. Aveva 42 anni.

Diventò famosa per uno scatto, quello di Stan Honda, dell'agenzia Afp, che la ritraeva poco dopo la strage. Aveva volato sulle scale che, dall'81° piano, dove si trovava il suo ufficio alla Bank of America, in una delle torri del World Trade Center, si era fiondata in mezzo alla strada, guardandosi intorno con gli occhi stravolti dall'incredulità di avercela fatta e la fatica per lo sforzo appena compiuto, uniti allo sgomento per ciò che stava accadendo.

Avendo respirato quelle micidiali polveri, come molti poliziotti e vigili del fuoco. La sua vita dopo l'11/9 non era più stata normale. L'alcool, la droga e le crisi di panico. "Bevevo sempre di più e non uscivo mai", raccontò nel 10° dell’attentato. Ma un altro colpo, durissimo, fu quando i servizi sociali gli tolsero i suoi due figli, Noelle e Zay-Den. "Dust lady" (la signora polvere/cenere), così l'avevano chiamata, stava provando a rialzarsi e aveva ricominciato a lavorare, impegnandosi anche nella vita sociale (aveva collaborato con un candidato a sindaco di Bayonne, New Jersey. Poi nel 2014 le avevano diagnosticato il tumore. Era convinta che, a scatenarlo, fossero state quelle maledette polveri. "Non ho avuto alcuna malattia - diceva -. Non ho la pressione alta, il colesterolo alto, il diabete". Doveva pagare, un po' alla volta, 190mila dollari in spese mediche. Non aveva l'assicurazione e, così, tutto per lei era più difficile.

Quando le chiesero se avesse mai guardato la foto "Dust Lady", quella che l'aveva resa celebre in tutto il mondo, lei rispondeva di aver cercato il più possibile di non farlo. Voleva riavere una vita normale. La sua vita.

Non voleva più essere una vittima, schiacciata dal peso insostenibile del ricordo.

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