Mondo

Muro del pianto a rischio crollo. Gli esperti: "Va vietato l'accesso"

Secondo gli archeologi israeliani, il Muro del pianto sarebbe a rischio crollo. Essi hanno esortato le autorità a interdire ai fedeli l’accesso al luogo sacro, al fine di tutelare l’incolumità di questi ultimi

Muro del pianto a rischio crollo. Gli esperti: "Va vietato l'accesso"

Muro del pianto a rischio crollo. Gli archeologi israeliani sono giunti a tale conclusione dopo avere esaminato le crepe che si sono recentemente aperte lungo tutto il monumento. Da quest’ultimo si sono anche staccate delle pietre, le quali, precipitando al suolo, hanno messo a repentaglio la vita dei fedeli intenti a pregare. Gli esperti hanno quindi esortato le autorità a interdire al pubblico l’accesso alla zona sacra, definita “estremamente pericolosa” per l’incolumità delle persone.

Gli archeologi dell’Università di Bar-Ilan hanno esaminato il Muro del pianto al fine di accertare le cause del distacco di pietre verificatosi lunedì scorso dall’Arco di Robinson, nella zona sudoccidentale dell’area sacra. In quel giorno, un masso di circa un quintale è precipitato sulla piattaforma di preghiera riservata alla donne, schiantandosi al suolo a pochi passi dalla settantanovenne Daniella Goldberg. Quest’ultima si era recata a pregare davanti alla porzione di muro che si estende all’interno del Davidson Archaeological Park. Insieme al macigno, altri frammenti più piccoli si sono staccati dalle rovine del tempio voluto dal re Erode. I distacchi di pietre avvenuti lunedì sarebbero gli ultimi di una sequenza iniziata sabato scorso. Zachi Dvira, componente del team di archeologi inviato dall’Università di Bar-Ilan, ha definito “un vero e proprio miracolo” il fatto che tali crolli non abbiano finora provocato vittime. L’esperto ha quindi evidenziato l’enorme rischio al quale sono andati incontro i pellegrini accorsi in massa al luogo sacro dell’Ebraismo lo scorso fine settimana. Per il Tisha b'Av, commemorazione della distruzione del Tempio, più di diecimila persone hanno riempito l’area antistante al Muro occidentale. Fortunatamente, i frammenti caduti durante le celebrazioni non hanno ferito nessuno.

In seguito al distacco del masso di un quintale, Dvira ha esaminato la profondità delle crepe apertesi lungo tutto il Muro del pianto e ha rilevato un “imminente pericolo di crollo”. Secondo l’archeologo, l’erosione delle antiche rovine sarebbe dovuta alle radici delle piante che hanno attecchito negli spazi tra un blocco e l’altro. Un’altra causa del deteriorarsi della costruzione sarebbero gli uccelli, i quali, inserendo nelle crepe piccoli pezzi di metallo, starebbero, poco alla volta, riducendo in polvere le pietre di epoca erodiana: “Gli oggetti inseriti dagli uccelli compromettono la solidità dei blocchi. Il Muro, inoltre, ha intere porzioni gravemente danneggiate dalle radici delle piante e dall’umidità. Se non si interviene subito, rischiamo di assistere a incidenti peggiori di quello avvenuto nel 2004”. In quell’anno, nel pieno delle celebrazioni dello Yom Kippur, un frammento dell’edificio precipitò al suolo ferendo in misura lieve un pellegrino.

Dvira ha quindi esortato il Governo Netanyahu a interdire al pubblico l’accesso al luogo sacro: “Il Muro del pianto è divenuto ormai una zona a rischio. Il pericolo di crolli è costante. È necessario avviare subito i lavori per la messa in sicurezza. Fino a quando il restauro non sarà ultimato, il sito archeologico deve restare chiuso. Le autorità devono vietare al pubblico l’accesso all’intera area. È una questione di vita o di morte.” Secondo Dvira, il deterioramento dell’antico edifico sarebbe giunto a uno stadio così avanzato a causa della mancata prevenzione: “Per colpa della politica israeliana, è dal 2004 che la zona non viene più adeguatamente monitorata. L’ultimo restauro è stato infatti condotto dai Giordani. I partiti preferiscono litigare su questioni minori, piuttosto che concentrarsi sulla prevenzione dei danni causati al patrimonio archeologico nazionale dall’avanzare del tempo e dagli agenti atmosferici.”

Il Governo Netanyahu ha deciso di avviare i lavori di messa in sicurezza del Muro del pianto. Per il momento, l’Esecutivo non ha disposto la chiusura al pubblico della zona sacra. Un team di restauratori della Israel Antiquities Authority (Iaa) si è immediatamente recato sul posto per individuare le porzioni di edifico che versano nelle condizioni peggiori. “Con l’aiuto delle ultime tecnologie, i nostri esperti,” ha dichiarato Yisrael Hasson, direttore dell’Iaa, “inizieranno a monitorare con attenzione le aree in cui sono caduti i massi, per poi procedere con gli interventi necessari.

Noi siamo consapevoli del fatto che tale emergenza deve essere affrontata con estrema rapidità, in quanto sono a rischio sia l’incolumità delle persone sia il bisogno di pregare.”

Commenti