Mondo

Isis, il nemico è alle porte: "L'Italia da sola non ce la fa"

Secondo il Consiglio supremo della Difesa, l'Italia non è in grado di difendersi da sola dalla jihad globale. E la Libia può diventare molto presto un nuovo Iraq

Isis, il nemico è alle porte: "L'Italia da sola non ce la fa"

L'Isis è una minaccia che preme sui confini italiani. Dopo l'escalation in Siria e Iraq è indiscutibile la capacità militare del gruppo terroristico sunnita. I suoi successi rischiano di esercitare una forte attrattiva sui gruppi di salafiti sparpagliati per il mondo, come hanno dimostrato le recenti crisi di ostaggi nelle Filippine e in Algeria. A preoccupare seriamente l'Italia è il crollo dello Stato libico e la possibilità di avere a poche centinaia di chilometri dalle coste italiane un surrogato della situazione mediorientale.

Questa è la più grande preoccupazione emersa durante la riunione del Consiglio supremo della Difesa presieduto dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e dal premier Matteo Renzi. La situazione rischia di diventare ingestibile nell'arco di pochi mesi e le forze armate italiane sono consapevoli di non poterla gestire senza un appoggio esterno. I confini italiani devono diventare una preoccupazione dell'intera comunità europea. Questa volta non si tratta di gestire i flussi migratori, ma una minaccia ben più grave per la sicurezza.

Secondo quanto emerso lo Stato Maggiore sta valutando nuove sinergie nella gestione della difesa sia in ambito Nato che nella comunità europea. Riorganizzazione e cooperazione sono le parole chiave sia sul piano internazionale che interno. Durante la riunione è stato presentato il Libro Bianco della Difesa. Un vademecum per la riorganizzazione delle nostre forze armate che preveda una maggiore sinergia tra i vari corpi. Altri passi fondamentali saranno la diminuzione del personale non combattente per concentrarsi sull'addestramento e il rimodernamento della tecnologia a disposizione dei vari corpi.

Secondo la nota diramata al termine del Consiglio la minaccia dei "foreign fighters rende evidente l'esigenza di uno sforzo integrato e senza soluzione di continuità, sia sul fronte informativo sia su quello esecutivo, da parte dei dispositivi di sicurezza esterna e interna nazionali e internazionali.

La situazione in atto dimostra l'urgenza e l'importanza, pur nei limiti della ridotta disponibilità di risorse, di una rapida trasformazione delle nostre Forze Armate e dell'organizzazione europea della sicurezza. Se le prime dovranno essere rese più pronte ed efficaci rispetto ai compiti da assolvere nelle aree di prioritario interesse per il nostro Paese, il solo sforzo nazionale non potrà essere sufficiente a garantire l'Italia, come ciascuno degli altri Paesi europei, dalle minacce e dai rischi che si prospettano già nel breve termine"

Commenti