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Nessuna portaerei occidentale nel Mediterraneo e nel Medio Oriente

La Ike ritorna negli Usa, nel Mediterraneo soltanto la Admiral Kuznetsov. Nessuna portaerei occidentale nel Medio Oriente. La Coalizione perde oltre cento piattaforme aeree contro l'Isis

Nessuna portaerei occidentale nel Mediterraneo e nel Medio Oriente

Il Gruppo da Battaglia della portaerei Dwight D. Eisenhower CVN 69 ha ufficialmente abbandonato il teatro operativo europeo e, domani, farà rotta verso l’Atlantico con destinazione il porto di Norfolk: non è previsto alcun avvicendamento almeno fino alla fine del prossime mese di gennaio. Nell’area Medio orientale e nel Mediterraneo, non è presenta alcuna portaerei occidentale. Resta in attività soltanto la portaerei russa Admiral Kuznetsov. La Eisenhower ha ufficialmente sospeso le operazioni di volo in Siria ed Iraq lo scorso 26 dicembre, dopo un rischieramento di quasi sette mesi, con il suo Gruppo da Battaglia formato dall’incrociatore lanciamissili classe Ticonderoga USS San Jacinto (CG 56) e dalle cacciatorpediniere missilistiche classe Arleigh A. Burke USS Mason (DDG 87) e USS Nitze (DDG 94). La seconda unità della classe Nimitz, entrata in servizio nel 1977, ha lanciato i primi raid a sostegno della Coalizione contro l’Isis dal Mar Mediterraneo orientale, lo scorso 28 giugno. La Eisenhower ha poi proseguito le sue operazioni di volo dal Golfo Persico, dal 28 luglio al 25 novembre, prima di concludere la sua rotazione dal Mar Mediterraneo orientale, con raid eseguiti dal sei al dodici dicembre. Il Gruppo da Battaglia della Eisenhower ha eseguito 1.900 sortite di combattimento mentre il Carrier Air Wing 3 ha accumulato 12.315 ore di volo.

Secondo quanto previsto dal piano di turnazione della US Navy, la Eisenhower dovrebbe essere rilevata dalla portaerei George H. Bush (CVN-77), attualmente in addestramento. L’ultima unità della classe Nimitz non lascerà Norfolk prima dell’insediamento del presidente eletto Trump. Nella più ottimistica delle ipotesi, la Bush raggiungerà l’area operativa entro la seconda decade di febbraio. L’ultima fase di pre-distribuzione nella Carolina del Nord è iniziata lo scorso 21 dicembre e durerà un mese.

La portaerei George H. Bush è entrata in cantiere nel giugno dello scorso anno per interventi di manutenzione inizialmente stimati in sei mesi. La non accurata pianificazione degli interventi, la carenza di personale qualificato a causa di precedenti licenziamenti ed i tagli al bilancio, hanno protratto gli interventi di manutenzione a tredici mesi. La Bush ha lasciato i canteri della Norfolk Naval Shipyard, in Virginia, il 23 luglio scorso. Ciò ha influito drasticamente sui tempi di formazione e pre-distribuzione. Nonostante i ritardi accumulati, l’US Fleet Forces Command non ha previsto alcun piano di formazione breve perché non ha mai considerato tale possibilità. Il Naval Sea Systems Command ha riconosciuto i ritardi nei quattro principali cantieri navali responsabili della revisione dei vettori, ma non ha ancora predisposto una ottimizzazione delle risorse. La filosofia della Marina Usa, in tempo di pace, prevede la permanenza di tre vettori in altrettante regioni strategicamente vitali come il Pacifico occidentale ed il Medio Oriente. Quando non richiesto da una situazione di crisi, gli Stati Uniti hanno in mare soltanto una piccola parte della flotta. Secondo i dati ufficiali della US Navy, aggiornati al sedici dicembre scorso, gli Stati Uniti hanno schierato 35 unità (pari al 13% della flotta) e 40 (15%) in addestramento su un totale di 273 vettori schierabili.

Spetterà all’Air Force ammortizzare l’uscita di scena della componente aerea imbarcata della Eisenhower, con il rischieramento di ulteriori piattaforme nelle basi in Europa e Medio Oriente dell’Air Expeditionary Wings/Groups previsti dal Global Force Management.

Con l’uscita di scena delle due portaerei occidentali dal Medio Oriente e dal Mar Mediterraneo, la Charles de Gaulle ha raggiunto Tolone lo scorso 14 dicembre, la Coalizione perderà per i prossimi 45/60 giorni, quella flessibilità operativa che assicuravano i vettori e le 24 piattaforme aeree multiruolo ad ala fissa della Marine nationale della Charles de Gaulle e le novanta della Eisenhower. La Francia manterrà nelle operazioni contro l’Isis i dodici Rafale dell’Armée de l'Air, schierati in Giordania.

Entro la seconda decade di gennaio, infine, anche la portaerei russa Admiral Kuznetsov ritornerà in Russia per interventi di ammodernamento. I lavori inizieranno entro il primo trimestre del 2018, un anno dopo rispetto a quanto affermato in precedenza dal Ministero della Difesa russo.

La nave resterà in cantiere per tre anni: soltanto nel 2021 ritornerà in mare.

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