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New York nel mirino dei simpatizzanti dello Stato islamico

I simpatizzanti invocano un qualsiasi evento contro New York per il capodanno del 2019 che possa essere ricollegato al terrorismo islamico

New York nel mirino dei simpatizzanti dello Stato islamico

Questa notte è stata diffusa una nuova vignetta in cui si invocano attentati contro New York per il prossimo capodanno. Non si tratta di una minaccia ufficiale: La vignetta rientra nelle produzioni pro-Is, Isis-linked group o Isis-aligned group. A differenza dello scorso anno, i simpatizzanti dello Stato islamico sembrano ignorare il periodo natalizio concentrandosi sul capodanno. Da rilevare che non c'è alcun collegamento tra i media operative del nucleo centrale dell’organizzazione terroristica ed i simpatizzanti dei gruppi pro-Is. E' il solo messaggio dello Stato islamico tramite i suoi canali Idra (al-Naba, Islamic State ed Amaq del Central Media Diwan) ad avere l'autorità necessaria per innescare i distaccamenti o consacrare le loro operazioni per attacchi pianificati e su larga scala. Tuttavia nella maggior parte delle minacce on line, tale distinzione non sempre è stata rilevata. Questa non è una guerra informatica, ma di contenuti.

Minacciare New York: L’analisi della vignetta

Così come avvenuto per altre opere simili (ufficiali e non) pubblicate sulla rete in questi anni, procediamo con l’analisi della vignetta. Come abbiamo già rilevato si tratta di una produzione non ufficiale dello Stato islamico. Nonostante la promozione sul campo, i media operative dei gruppi pro-Is sono stati consacrati a mujaeddin dallo stesso al-Baghdadi, i simpatizzanti non possiedono alcuna autorità per abilitare i distaccamenti di sicurezza. La vignetta non ordina, ma invoca disperatamente un qualsiasi evento per il capodanno del 2019 che possa essere ricollegato al terrorismo islamico e dare così nuova linfa a quel falso piano globale del terrore. Nella reinterpretazione teologica, la finestra temporale utile è sempre di ispirazione divina. La propaganda è essenziale per la sopravvivenza dell’Isis sia come gruppo che come idea per coltivare quella profondità strategica digitale. È un meccanismo prezioso con il quale far valere l’acquiescenza nel suo proto-Stato ed un’arma penetrante con cui affermare la propria egemonia terroristica all’estero. Negli anni a venire, servirà come bandiera attorno alla quale i veri credenti del califfato si raduneranno, una volta perduti i territori.

La foto scelta immortala New York al tramonto. Chiaramente visibile l’Empire State Building. La foto si può scaricare gratuitamente dalla rete digitando sui motori di ricerca le parole “New York" e "Sunset”. L’autore incolla sulla foto quattro elementi: due testi, il cecchino ed il logo di riferimento.

Il logo

Si tratta di una sigla pro-Is particolarmente attiva nelle ultime 96 ore. Tutte le vignette pubblicate nelle ultime ore che invocano attentati contro New York presentano il medesimo logo. Anche in questo caso bisogna fare chiarezza: Il logo significa appartenenza senza alcun rapporto con il ramo principale del movimento. Le sigle simpatizzanti, infatti, non possiedono l’autorità per utilizzare i loghi ufficiali dello Stato islamico. Ad esempio le sigle pro-Is possono porre il logo dello Stato islamico sulle loro vignette, ma non la scritta Islamic State a corredo. Per non incorrere in smentite (così come avvenuto per i Mondiali di Russia, mai minacciati dallo Stato islamico), i simpatizzanti devono rispettare alcune regole. Solo le produzioni ufficiali possono fregiarsi dei simboli Islamic State.

I due testi

Oltre alla chiara minaccia rivolta a New York, l’autore della vignetta inserisce un testo che ben conosciamo. Si tratta di un passaggio estrapolato dal messaggio audio letto da Abu Muhammad al-Adnani e diffuso sulla rete il 21 settembre del 2014.

L'importanza di Abu Muhammad al-Adnani

Adnani è stato molto più di un semplice portavoce

Il siriano Taha Subhi Falaha noto con lo pseudonimo Abu Mohammad al-Adnani, è stato uno dei primi membri della diramazione irachena di al Qaeda in Iraq. Pupillo di Abu Musab al-Zarqawi ed erede designato di Abu Bakr al-Baghdadi, è stato nominato emiro dello Stato islamico in Siria all'inizio del 2013 dopo la separazione del gruppo con il Fronte Nusra, ex affiliazione siriana di al Qaeda. Si ritiene che quando al-Adnani annunciò la formazione del califfato nel giugno 2014, fosse l'unico siriano della leadership dello Stato islamico.

Abu Mohammed al-Adnani ha diretto i reparti speciali del gruppo come la quwat khas e l'Emni, unità d'infiltrazione ed intelligence dello Stato islamico. L'Emni, sotto la guida di al-Adnani, aveva il compito di garantire la sicurezza interna del Dawla (parola araba per lo stato) e proiettare il terrore all'estero. Gli elementi dell'Emni hanno guidato tuti i principali attentati avvenuti in Occidente come Parigi e Bruxelles. Cellule Emni sono state identificate in Austria, Germania, Spagna, Libano, Tunisia, Bangladesh, Indonesia e Malesia. Nelle intenzioni di al-Adnani, l'Emni avrebbe dovuto creare un bacino globale di terroristi da inserire e guidare nella loro rete internazionale. L'uomo era noto anche per le sue doti oratorie. Il portavoce dello Stato islamico, ucciso il 30 agosto del 2016 in un raid aereo degli Stati Uniti, nella primavera del 2014 annunciò una direttiva rivolta ai militanti sparsi nel mondo: “Quanti non sono in grado di realizzare un IED, potranno sempre spaccare la testa dei crociati con una pietra, macellarli con un coltello o travolgerli con l’auto”. Proprio al portavoce dello Stato islamico si deve la prima reinterpretazione della teologia islamica. Al-Adnani ha gettato le basi della nuova mentalità radicale islamista sostenendo la liceità e la natura obbligatoria della jihad nel Ramadan, definito il “mese di conquista”. Nel suo primo discorso, Abu Mohammed al-Adnani ha decontestualizzato le classiche prescrizioni del Corano per garantire un supporto religioso ad omicidi e missioni di martirio.

New York: Il cecchino

Diversamente dalle opere diffuse negli ultimi mesi, nella vignetta in cui si invocano attentati contro New York diffusa questa notte, i simpatizzanti non utilizzano il solito combattente prelevato dal mondo dei videogames o l’artwork del jihadista solitario di spalle, ma la figura del cecchino Juba. Quella che alleghiamo è la foto originale di Juba poi incollata sulla vignetta.

Juba - The Baghdad Sniper

Sarebbe meglio chiedersi intanto se il cecchino dell'Esercito islamico dell'Iraq soprannominato Juba dalle forze americane sia mai esistito. Ad oggi, la sue vera identità è sconosciuta e potrebbe essere stata del tutto inventata per fini propagandistici.

Le imprese di Juba sono state immortalate in diversi video di propaganda (che si ispiravano chiaramente al libro The Ultimate Sniper: An Advanced Training Manual for Military and Police Snipers di John Plaster) diffusi tra il 2005 ed il 2008 dai gruppi ribelli sunniti in Iraq. Celebre il video pubblicato sulla rete nel novembre del 2005, dove un cecchino che si presentava come Juba inviava un messaggio al Presidente degli Stati Uniti George Bush: "Ho nove proiettili in questo fucile e ho un regalo per George Bush. Ho intenzione di uccidere nove soldati. Lo sto facendo per i miei spettatori. Dio è grande. Dio è grande". In Iraq, dove gran parte dei combattimenti si svolgevano nelle aree urbane, le truppe statunitensi erano particolarmente vulnerabili ai cecchini.

In un video di propaganda diffuso nel 2007, a Juba è accreditata la morte di 143 soldati statunitensi. I dvd distribuiti dall'Esercito islamico dell'Iraq si sono rivelati dei validi strumenti di guerra psicologica. Nel 2009, le attività del "cecchino di Baghdad" si interrompono misteriosamente (anche se ancora oggi i suoi video sono disponibili sulla rete). Probabilmente l'Esercito islamico dell'Iraq ha raccolto le operazioni effettuate dal suo battaglione di cecchini per creare il personaggio di Juba da contrapporre a Shaitan Al-Ramadi, il Diavolo di Ramadi, il Navy Seal Chris Kyle.

La vignetta di New York

L’obiettivo dei simpatizzanti pro-Is è chiaro: istigare ed ispirare qualcuno nel compiere un attacco contro uno dei possibili bersagli proposti (come avvenuto per il filone parigino). Tuttavia il messaggio passato è proprio l’opposto. Più che ispirare, i simpatizzanti sembrano invocare disperatamente un qualsiasi tipo di attentato che possa essere inconfutabilmente etichettato come tale. Una delle tecniche più subdole delle organizzazioni terroristiche è quella di dare un'illusione di coordinamento globale. Tuttavia appare evidente che tali vignette siano opera di soggetti senza alcun tipo di collegamento con il ramo principale. Ad oggi, lo Stato islamico nelle sue produzioni ufficiali non ha ordinato alcun attacco contro l’Occidente. Poche ore fa è stato diffuso il 158° numero di al-Naba e non vi è alcun riferimento a possibili attentati contro New York. I canali Idra sembrano ignorare completamente il periodo natalizio. Lo Stato islamico potrebbe aver ordinato attacchi su canali riservati? Certamente, ma ci si chiede il perché dovrebbe rinunciare alle operazioni dei soldati (coloro che sono ispirati senza alcun collegamento con il nucleo centrale) a copertura dei distaccamenti operativi. Oltre alla letteratura convenzionale diffusa sulla rete con istruzioni prevalentemente entry level e dedicata prevalentemente ai terroristi radicalizzati a distanza, ne esiste una parallela. Quest’ultima si rivolge all’élite del movimento e per diffondere informazioni classificate ai distaccamenti. Perché lo Stato islamico dovrebbe rinunciare all’immediata e gratuita cassa di risonanza della rete? L’utilizzo di quest'ultima è da sempre ritenuta essenziale sia per continuare ad attirare reclute che per preservare la lealtà dei seguaci. La leadership jihadista si è sempre basata su un nutrito numero self-starters e fanatici opportunisti che traggono ispirazione prevalentemente dalle guide disponibili sulla rete.

Minacce ed un maggiore coinvolgimento dei simpatizzanti non sono affatto sorprendenti considerando il periodo natalizio. Tuttavia nonostante la promozione a mujahideen effettuata dallo Stato islamico, il loro ruolo è praticamente irrilevante senza un'azione fisica di supporto che possa dare credibilità alle loro minacce.

Nelle prossime ore le minacce dei simpatizzanti potrebbero aumentare di intensità.

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