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New York, scoperta la centrale del narcotraffico internazionale. Scacco matto alla 'ndrangheta

Il "principale artefice dei traffici" era un ristoratore calabrese da anni negli Stati Uniti. Nella sua pizzeria fiumi di soldi e di droga

New York, scoperta la centrale  del narcotraffico internazionale. Scacco matto alla 'ndrangheta

Scacco matto alla 'ndrangheta. Polizia italiana e Fbi hanno lavorato insieme per stroncare la centrale operativa del narcotraffico internazionale tra Stati Uniti e Calabria. E questa mattina è scattata l'operazione "Columbus" che ha visto impegnate squadre miste di investigatori italiani e agenti delle agenzie federali americane del Federal Bureau of Investigation.

Almeno una trentina gli indagati e una quindicina di arresti e fermi fra l'Italia e gli Stati Uniti, in una indagine coordinata dalla Direzione distrettuale Antimafia della procura di Reggio Calabria

La base operativa americana era una piccola pizzeria-ristorante nel quartiere del Queens, a New York, gestita da un calabrese, Gregorio Gigliotti, dalla moglie Eleonora e dal figlio Angeloe il figlio, tutti incastrati attraverso le intercettazioni e arrestati dall'Fbi, con l'accusa di traffico internazionale di droga. Dalle indagini è emerso che dietro la veste ufficiale di titolare del ristorante "Cucino a modo mio" svolgesse l'attività di broker del traffico di fiumi di cocaina, grazie a contatti consolidati con personaggi di spicco della 'ndranghetae con i narcos sudamericani. Gigliotti era in realtà "il principale artefice" del traffico di droga e nel suo ristorante ospitava gli italiani che venivano impiegati per trasportare, attraverso il doppio fondo delle valige, la cocaina in Calabria. Quando lo hanno arrestato, assieme alla sua famiglia, gli agenti del Fbi hanno trovato nella cassaforte del ristorante oltre centomila dollari, armi e dosi di cocaina. In un'altra cassaforte all'interno della sua abitazione sono invece stati sequestrati 25 mila dollari e della marijuana. Sequestrati anche computer, telefoni e documenti che ora dovranno essere analizzati dagli esperti.

La figura di Gigliotti è emersa in seguito agli sviluppi dell'indagine sulla famiglia Schirripa, residente negli Stati Uniti, e sui loro referenti nella zona di Gioiosa Ionica. Gigliotti infatti, dice la procura di Reggio operava "in piena e chiara continuità con le attività illecite condotte in passato dalla famiglia Schirripa", aveva contatti con appartenenti alle cosche di Gioiosa e Siderno e grazie ad una rete di personaggi residenti in centro America e in Calabria, si è accreditato come il "principale artefice" del traffico di droga.

Dalle indagini del Servizio centrale operativo della Polizia e del Fbi è emerso che, a partire dal 2008, Gigliotti si è rivolto ad esponenti della famiglia mafiosa Genovese per ottenere i finanziamenti da investire nel traffico di cocaina verso l'Italia, d'accordo con Giulio Schirripa, arrestato negli anni scorsi ed ora in carcere negli Usa, e l'italo americano Christopher Castellano, assassinato nel 2009 subito dopo aver iniziato a collaborare con le autorità federali statunitensi.

Il 12 ottobre scorso, il giorno del Columbus Day, gli uomini del Fbi e della polizia italiana hanno bloccato il primo carico di cocaina, proveniente da un porto del centro America e destinato alle piazze di New York e a quelle europee. Da qui il nome del blitz. Indagando sul carico, gli inquirenti sarebbero risaliti al ristorante, grazie anche a pedinamenti e appostamenti, monitoraggio di persone e aziende.

L'indagine, condotta dal procuratore capo Federico Cafiero de Raho e dall'aggiunto Nicola Gratteri, ha ricostruito vecchie e nuove alleanze mafiose, confermando il ruolo di leadership di famiglie calabresi nella gestione del traffico di stupefacenti.

La droga sequestrata, secondo gli inquirenti, dimostra come l'impianto investigativo ha consentito la definizione di ruoli e condotte criminali dei soggetti emersi nell'inchiesta. Lo schema operativo-criminale emerso negli Stati Uniti, è quello di una rete commerciale e societaria, nel settore alimentare e dell'importazione di frutta tropicale e tuberi, utilizzata come copertura per l'importazione della cocaina

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