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Nigeria, sacerdote ucciso e bruciato nella sua auto

Il brutale omicidio nell'Est del Paese dove il giovane sacerdote stava lavorando alacremente per risolvere il conflitto interetnico tra Tiv e Jukun

Nigeria, sacerdote ucciso e bruciato nella sua auto

Era l’ennesima missione di pace quella di don David Tanko, giovane sacerdote nigeriano impegnato a mettere fine ad un conflitto interetnico tra Tiv e Jukun, nell’Est del Paese. Quando giovedì è salito sulla sua auto per raggiungere il villaggio di Takum, nello Stato di Taraba, pensava ancora a come mettere d’accordo le due comunità cristiane in lotta, per raggiungere un’intesa e superare le violenze. Lo aspettavano per l’ennesima mediazione, ma il suo viaggio è stato interrotto a metà strada da un gruppo di malviventi che dopo averlo ucciso hanno dato fuoco al suo corpo all’interno della sua auto.

Il vescovo della diocesi di Jalingo, monsignor Charles Michael Hammawa, secondo quanto riferito da Vatican News, ha scartato l’ipotesi di un attentato di matrice islamica. Le piste aperte, quindi, possono essere quelle di una ritorsione per il lavoro che stava portando avanti il sacerdote, forse per mano delle milizie Tiv. “Appena avuta la notizia della sua morte siamo rimasti scioccati, la diocesi è in lutto”, ha commentato annunciando che la polizia nigeriana sta indagando sull’omicidio. “Non vogliamo che vi sia alcuna rappresaglia né vendetta, che non farà che peggiorare la situazione”, è l’appello del vescovo. Pochi mesi fa un altro sacerdote, don Clement Eziagu, è stato ucciso nella diocesi di Enugu.

In una lettera aperta i vescovi del sud del Paese hanno denunciato come la popolazione nigeriana si trovi stretta “tra due fuochi: i soprusi di politici, militari e forze dell’ordine, da una parte, le violenze e le razzie dei pastori Fulani e di altri banditi, dall’altra”. A questo vanno aggiunte le scorribande degli islamisti, da Boko Haram ai gruppi affiliati allo Stato Islamico, come quello che la scorsa settimana ha ucciso undici operai che stavano lavorando sui cavi in fibra ottica del villaggio di Wajirko, a 150 km da Maiduguri, nel Nord-Est del Paese. “Ogni giorno, lungo tutti i nostri Stati – continuano i vescovi - ascoltiamo storie strazianti di rapimenti, stupri, mutilazioni, estorsioni, accaparramento di terre, uccisioni e distruzione delle fonti di sostentamento delle persone”.

Tra le piaghe che alimentano il clima di insicurezza c’è quella della disoccupazione giovanile che spinge molti ragazzi ad unirsi ai gruppi criminali per cercare facili guadagni.

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