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Attacchi a Parigi, nuove rivelazioni. "La mente era nella polizia segreta"

Secondo l'emittente francese Bfm-Tv Abaaoud era incaricato di selezionare i candidati per gli attentati in Europa. Nuove foto prima del blitz a Saint-Denis

Abdelhamid Abaaoud su Dabiq
Abdelhamid Abaaoud su Dabiq

Non erano mai state pubblicate quelle foto e ora l'emittente francese TF1 a tirarle fuori, mostrando sei scatti della presunta mente degli attentati a Parigi dello scorso 13 novembre, Abdelhamid Abaaoud, mentre raggiunge l'appartamento a Saint-Denis dove si barricherà e dove troverà la morte, braccato con gli altri jihadisti dalle forze speciali.

Nelle immagini non c'è soltanto Abaaoud, ma pure Chakib Akrouh e la cugina di Abaaoud, Hasna Aitboulahcen, le cui foto erano state pubblicate indicandola come una attentatrice suicida. Tutti e tre sono morti nel blitz all'appartamento, Akrouh facendosi esplodere. Erano arrivati a Saint Denis il giorno prima, il 17 novembre.

Ma le nuove fotografie non sono l'unico dettaglio che emerge oggi dalla stampa francese sui fatti di Parigi. C'è anche quanto dice l'emittente Bfm-Tv, che svela un aspetto finora ignoto della vita di Abdelhamid Abaaoud, identificandolo come un membro della "polizia segreta" dell'Isis, impegnato a inviare volontari in mezza Europa per preparare nuovi attentati.

Sarebbero stati alcuni jihadisti di ritorno dalla Siria, di origini francesi, a parlare dell'esistenza di questo "reparto speciale" delle milizie jihadiste, coltivato a Raqqa, la città spesso indicato come capitale del sedicente Stato islamico, dove Abaaoud e due militanti belgi sarebbero stati incaricati di selezionare i dossier degli aspiranti attentatori. Sopra di lui due tunisini, incaricati di dare il via libera ai candidati.

Dalla stampa belga arrivano invece indiscrezioni secondo cui i servizi segreti del Paese già dal 2012 sapevano di un gruppo di estremisti, gli stessi che poi avrebbero colpito il 13 novembre, che cercavano armi ed esplosivi e stavano preparando un'operazione.

Una lettera della Sicurezza di Stato segnalava già molto prima dei fatti movimento sospetti nella casa di Gelel Attar a Bruxelles.

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