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Nuovi morti in mare e l'aiuto Ue è un miraggio

Nuovi morti in mare e l'aiuto Ue è un miraggio

RomaSconvolti, disperati, strappati fatalmente alla morte che ha portato via due di loro. Nove migranti, recuperati ieri mattina in acque internazionali, a 300 miglia a Sud-Est di Malta, sono vivi per miracolo. Il barcone in cui viaggiavano, partito dalle coste del Nord Africa, venerdì notte è naufragato dopo essersi scontrato con un'altra imbarcazione.

Gli uomini della nave mercantile Pegasus, che incrociava nella zona, sono stati i primi a raggiungere e salvare due bambine. La più piccola, due anni appena, è stata ricoverata immediatamente in ospedale a Chania, a causa dell'acqua gelida, che le ha provocato una seria ipotermia. Poco dopo un ATR 42 della guardia costiera di Catania che sorvolava la zona ha recuperato altre sette persone, lanciando una zattera di salvataggio, che è stata raggiunta a nuoto dai migranti. Ma il bilancio delle vittime rischia di aggravarsi di ora in ora, perché i nove sopravvissuti hanno raccontato che con loro viaggiavano un'altra ventina di connazionali. I corpi recuperati sono solo tre, ma per gli altri passeggeri del barcone c'è poco da sperare.

Scetticismo è la parola d'ordine anche sul fronte degli aiuti europei, ancora troppo lontani. L'incontro del 27 agosto tra Angelino Alfano e la commissaria europea degli affari Interni Cecile Malmstrom, che ha annunciato un potenziamento di Frontex e un maggior coinvolgimento dell'Ue nella gestione dei flussi migratori nel Mediterraneo, è ad oggi un miraggio. Il problema, invece, è più che mai reale. Venerdì notte a Pozzallo sono sbarcati in 386, salvati in acque SAR di competenza libica. La nave Orione della Marina Militare, invece, ieri ha lasciato a Porto Empedocle 500 migranti (tra cui 49 donne, 3 delle quali in stato di gravidanza, e 59 minori), recuperati nel Canale di Sicilia. Altri 956 immigrati, tutti eritrei, sono stati accolti a Crotone, da dove sono ripartiti, smistati in diverse località italiane. A Otranto, infine, ventinove tra pakistani e siriani sono stati rintracciati dalla Guardia costiera mentre viaggiavano sottocosta sopra un gommone.

Purtroppo sempre dal mare potrebbe arrivare il pericolo. L'allarme criminalità aumenta, infatti, proporzionalmente al numero degli immigrati. Pochi giorni fa lo stesso ministro dell'Interno Angelino Alfano, parlando a Montecitorio, aveva ammesso che «attraverso gli sbarchi potrebbero giungere persone legate alla minaccia del terrorismo», sottolineando che sebbene non sia stato rilevato ad oggi alcun rischio concreto, questo non è da escludere. E lo spettro si chiama Isis, un nemico davanti al quale Alfano ha già chiesto all'Europa di fare fronte comune, invitando la comunità internazionale a organizzare una risposta coesa, che contempli la totale condivisione delle informazioni di polizia.

L'Italia, come qualunque altro Stato, da sola non può scongiurare questo incubo.

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