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Il nuovo boia dell'Isis, l'erede del buldozer

Provengono da Raqqa le foto di quello che è ritenuto il nuovo boia dell'Isis. Obeso, goffo, con problemi di vista tanto da essere costretto ad indossare gli occhiali per eseguire le esecuzioni.

Il nuovo boia dell'Isis, l'erede del buldozer

L'Isis ha svelato al mondo il suo nuovo carnefice. Obeso, goffo, con problemi di vista tanto da essere costretto ad indossare gli occhiali per leggere le sentenze di morte ed eseguire le esecuzioni. Provengono da Raqqa, in Siria, le foto di quello che è ritenuto il sostituto del bulldozer, catturato il due giugno scorso dalle forze siriane durante un raid avvenuto con il supporto degli specnaz russi.

Il jihadista, visibilmente obeso, indossa una mimetica che sembra non riuscire a contenere la sua stazza. Indossa un passamontagna nero e brandisce una spada, la medesima arma utilizzata dal buldozer per le esecuzioni. L’uomo è stato immortalato durante un’esecuzione pubblica, avvenuta nella roccaforte siriana dello Stato islamico in Siria, ai danni di un uomo condannato a morte per apostasia. L’estremista indossa gli occhiali sia per leggere la sentenza del tribunale islamico che per decapitare il prigioniero. Non mancano comunque i dettagli scenici, come la scelta di immortalarlo con indumenti volutamente stretti così da rendere quasi sovrumana la sua stazza. E’ evidente che l'Isis abbia trovato una nuova e distorta figura per eseguire i suoi delitti più efferati. L’Isis costringe anche i bambini a guardare le esecuzioni ed incita i giovani ad effettuarle materialmente. L’aver identificato un altro terrorista sovrappeso, è una scelta puramente strategica: in questo modo, il califfo intende aumentare la leggenda del suo boia più rappresentativo (tra quelli rimasti in vita), smentendo le voci interne sulla sua scomparsa. Stati Uniti, Russia e Gran Bretagna hanno un nuovo bersaglio. I boia, infatti, sono vittime della loro stessa popolarità. La loro cattura o eliminazione conferisce prestigio al paese che la esegue, aumentando enormemente il morale delle truppe.

La storia del bulldozer dell'Isis

La prima foto del bulldozer, scattata con un cellulare, risale allo scorso ottobre quando recise con una mannaia, durante un'esecuzione pubblica, la mano ed un piede di un ragazzo di 14 anni che si era rifiutato di entrare a fare parte del califfato. Il quattordicenne era stato catturato nei pressi di Deir Ezzor, in Siria e rinchiuso a Mosul, nel nord dell’Iraq. Secondo la ricostruzione dei prigionieri scampati alla morte, a chi veniva catturato era offerta una possibilità: combattere per l’Isis o affrontare il bulldozer. Nel califfato era comunque una sorta di celebrità. Proprio da Fallujah provenivano le storie più fantasiose sul bulldozer, come la sua mitragliatrice Browning M2 calibro ’50, pesante circa 40 kg senza munizioni (solitamente installata sui pick-up) portata senza il minimo sforzo o che per sollevare la sua mannaia sarebbero stati necessari tre uomini forti. La sua crescente popolarità lo poneva tra gli obiettivi ad altissima priorità nella kill list dei reparti speciali occidentali e russi. L’ultima sua apparizione lo scorso maggio, in una zona remota nel deserto dello Yemen, mentre trucidava alcuni soldati yemeniti. Potrebbero essere state le sue ultime esecuzioni. La presenza del bulldozer in un nuovo video di propaganda realizzato al di fuori dei confini siriani ed iracheni del califfato, confermava il suo ruolo crescente ruolo all’interno dell’organizzazione. Ciò potrebbe aver accelerato le operazioni volte alla sua cattura. L’estremista, soprannominato il maiale dagli occidentali per via del suo peso, è stato esposto a torso nudo a bordo di un camion, il due giugno scorso, prima di essere trasferito in una località segreta. Non si conoscono i dettagli della sua cattura. Non è escluso che si possa essere trattato di un raid mirato avvenuto di concerto con i reparti speciali russi: questi ultimi, potrebbero aver lasciato il merito all’esercito regolare siriano. Le informazioni sul bulldozer sono sempre state molto scarse: sovrappeso, spietato, carnefice sanguinario specializzato nel torturare i bambini. Forse di origine curda. La priorità per l’eliminazione di questo bersaglio è sempre stata altissima. Occidentali e russi, infatti, temevano che questa nuova figura potesse superare per popolarità anche il Boia, l’inglese Mohammed Emwazi, jihadista borghese di 27 anni, eliminato il 12 novembre scorso, nei pressi del tribunale islamico della città di Raqqa.

Jihadi John, era stato ribattezzato dalla SAS inglese come Dead Man Walking (Morto che cammina).

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