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Obama alla Russia: "Ora basta interferenze"

Ultimo discorso di fine anno del presidente Obama. "Russia responsabile dell’attacco hacker al partito democratico". E sulla Siria: "Il sangue di Aleppo sulle mani di Assad"

Obama alla Russia: "Ora basta interferenze"

"Rispetto ad 8 anni fa l’America è diventata più forte e prospera". Barack Obama non ha dubbi. Durante la conferenza stampa di fine anno il presidente traccia il bilancio dei suoi anni alla Casa Bianca, sottolineando soprattutto quattro cose: non vi sono stati attentati terroristici sul suolo americano, l’accordo sul nucleare iraniano, il nuovo corso delle relazioni con Cuba e l’accordo di Parigi sul clima. Obama raconta di aver detto a Putin "di smetterla" con gli hacker che stavano interferendo con il processo elettorale americano. Ha quindi confermato la mano di Mosca dietro i pirati informatici che hanno rubato le email dello staff elettorale di Hillary Clinton, con la diffusione di notizie che avrebbero dirottato il voto verso Trump. Ma il presidente uscente si è limitato a denunciare le interferenze del Cremlino senza spingersi a sostenere che l’esito del voto sia stato effettivamente influenzato. "La Russia non può indebolirci se restiamo fedeli ai nostri valori, è stato il monito di Obama con un riferimento alle politiche divisive sul piano interno ed internazionale che la nuova amministrazione potrebbe decidere di portare avanti", a partire dai rapporti con la Cina.


NESSUN ILLECITO
Obama ha escluso illeciti nella conta dei voti elettorali. "I voti espressi sono stati contati e il conteggio è stato appropriato", ha affermato il presidente difendendo il suo operato contro gli attacchi informatici. Obama ha riferito di aver detto a Putin di smetterla con gli hacker durante il summit del G20 in Cina. "E infatti non ci sono stati poi altri tentativi di interferire con il processo elettorale - ha affermato - anche se la diffusione di notizie tramite WikiLeaks era già avvenuta. Il presidente eletto Trump, "è ancora in fase di transizione". Così Obama ha deciso di non infierire sul suo successore, indicando che l’atmosfera cambia completamente quando si entra in carica.


SIRIA
Obama ha accusato il presidente siriano Assad di avere "le mani insanguinate", insieme ai russi e agli iraniani suoi alleati, per le morti di Aleppo, con i civili intrappolati nella città riconquistata dall’esercito del regime. Il presidente ritiene che il mondo intero "è unito dall’orrore e dalla feroce aggressione ad Aleppo" in Siria, una "carneficina con cui (Bashar) Assad non otterrà alcuna legittimita". Obama ha chiesto che ad Aleppo vengano schierati "osservatori imparziali" per assicurare l’evacuazione sicura dei civili, operazione avviata ed interrotta più volte negli ultimi giorni. Per il massacro di civili in Siria "mi sento responsabile, per la posizione che occupo. Non c’è mai stato un momento in cui io non mi sia sentito responsabile. Per quanto riguarda la Siria - ha precisato - ho sempre cercato di fare il possibile per porre fine alla guerra civile, tenendo conto dell’interesse nazionale degli Stati Uniti nel lungo termine".


RONALD REAGAN SI RIVOLTEREBBE NELLA TOMBA
Il presidente repubblicano "Ronald Reagan si starà rivoltando nella tomba a sapere che oltre un terzo dei repubblicani approvano (il presidente russo) Vladimir Putin, l’ex capo del Kgb". Il presidente sostiene che questa ammirazione degli elettori del Gran Old Party (Gop) per Putin è possibile perché gli americani "sono usciti dal sentiero... hanno dimenticato chi siamo e per cosa combattiamo".


LA TELEFONATA «CORDIALE» CON TRUMP
Obama ha detto di aver parlato con il presidente eletto Trump l’ultima volta qualche giorno fa e che la telefonata è stata "cordiale".

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