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Oltre 700 vittime per l'Ebola. In pochi giorni 57 nuovi casi

Controlli rafforzati anche in Italia, ma il ministero rassicura: "Nessun rischio"

Liberia, ufficiale dell'immigrazione controlla i documenti alla frontiera
Liberia, ufficiale dell'immigrazione controlla i documenti alla frontiera

1.323. casi confermati e 729 decessi. Le ultime cifre ufficiali dell'epidemia di Ebola - fornite dall'Organizzazione mondiale per la Sanità (Oms) sono queste e parlano di un contagio che continua imperterrito e che solamente dal 24 al 27 di questo mese ha ha fatto segnalare 122 nuovi casi (confermati o sospetti).

La stragrande maggioranza dei casi si registra tra Sierra Leone, Guinea e Liberia, ma un primo allarme è scattato anche in Nigeria, dove una persona è morta per un probabile caso di Ebola. La Sierra Leone ha dichiarato uno stato d'emergenza per la salute pubblica e promosso misure simili a quelle già adottate in Liberia.

Tra le persone che hanno contratto il virus ci sono anche alcuni occidentali. È il caso della missionaria Nancy Writebol e del dottor Kent Brantly, entrambi in condizioni critiche. La donna, 60 anni, ha lavorato in Liberia insieme al marito al fianco dell'ong Serving in Mission, mentre il medico curava i pazienti di Ebola per un altro gruppo, Samaritan Purse. In Sierra Leone è morto invece Sheik Umar Khan, un virologo che aveva accompagnato oltre 100 malati di Ebola e che è rimasto infettato a luglio.

Il virus, per cui non esiste una cura e che si trasmette attraverso i fluidi corporali, è finora rimasto confinato nei Paesi dell'Africa occidentale. C'è però chi teme che possa mettere a rischio anche altri Paesi.

È il caso del Regno Unito, dove il governo ha invitato i medici a prestare particolare attenzione, in considerazione dei legami esistenti con la Nigeria, ed è polemica per la mancanza di controlli sanitari alla dogana. Negli Stati Uniti si parla di una "remota possibilità" di contagio.

In Italia il ministero della Salute garantisce che il Paese è pronto a "valutare e individuare ogni eventuale rischio di importazione della malattia". Non esistono collegamenti diretti con gli Stati interessati dall'epidemia e i rischi legati all'immigrazione illegale sono relativi: vale la pena ricordare che l'Ebola ha un periodo di incubazione che va dai 2 ai 21 giorni.

Gli eventuali migranti che l'avessero contratta "manifesterebbero i sintomi durante la navigazione" e sarebbero controllati prima dello sbarco.

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