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Ong accusano Riyad: "Detenute saudite torturate e stuprate"

La Casa reale saudita ha reagito alle denunce avanzate da Human Rights Watch e Amnesty International bollandole come “propaganda fantasiosa e faziosa”

Ong accusano Riyad: "Detenute saudite torturate e stuprate"

Human Rights Watch e Amnesty International hanno recentemente accusato le autorità saudite di sottoporre, all’interno delle prigioni del Regno, a “raccapriccianti torture” e a “reiterati abusi sessuali” le attiviste per i diritti delle donne. Secondo le due ong, sarebbero “centinaia” le detenute oggetto quotidianamente di trattamenti degradanti ad opera delle forze di sicurezza di Riyad.

Le associazioni hanno in questi giorni rilasciato dei comunicati intesi a dettagliare le “abominevoli” sevizie riservate, dall’inizio dell’anno, alle attiviste saudite per i diritti delle donne. Una volta arrestate e condotte nelle prigioni del Regno con l’accusa di “attività sovversiva”, costoro verrebbero quotidianamente sottoposte a “elettroshock”. Le scariche elettriche verrebbero indirizzate a ripetizione verso “parti sensibili” del corpo. Le attiviste incarcerate verrebbero quindi prese a bastonate e poi frustate, per essere infine “molestate sessualmente” da agenti delle forze di sicurezza. Il principale “teatro delle torture” sarebbe il carcere di Dhahban, nella città di Gedda, Nordovest del Paese. Le ong hanno quindi attaccato direttamente il monarca saudita Salman e il principe ereditario Mohammad bin Salman, additandoli quali “promotori” dell’uso della tortura ai danni dei dissidenti e dei membri delle associazioni per i diritti umani.

Le autorità di Riyad hanno replicato alla denunce avanzate da Human Rights Watch e da Amnesty International definendole “fantasiose”. Un portavoce della Casa reale, interpellato da The Wall Street Journal, ha infatti affermato: “Il Regno saudita non tollera né incoraggia l’uso della tortura. Di conseguenza, le denunce avanzate dalle cosiddette associazioni per i diritti umani non sono nient’altro che propaganda diffamatoria, basata su testimonianze fantasiose e faziose.” Tale portavoce ha quindi accusato i media e le ong occidentali di alimentare un “clima di odio e sospetto” nei confronti del Paese mediorientale: “Dopo il caso Khashoggi, l’opinione pubblica occidentale ha iniziato a identificare l’Arabia Saudita come un regno sanguinario e pericoloso.

Tale immagine negativa è soprattutto conseguenza delle informazioni errate diffuse dai media e dalle associazioni con sede in Europa e in America.”

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