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Onu: Birmania faccia luce sugli stupri delle donne Rohingya

L'Onu ha chiesto alla Birmania di fornire "un dossier eccezionale" sulle violenze sessuali e gli stupri nei confronti delle donne e bambine della minoranza rohingya. Sei mesi di tempo per rispondere

Onu: Birmania faccia luce sugli stupri delle donne Rohingya

Le Nazioni Unite vogliono vederci chiaro. La Commissione per l'eliminazione della discriminazione contro le donne dell'Onu ha chiesto alla Birmania di fornire "un dossier eccezionale" entro sei mesi sulle violenze sessuali e gli stupri nei confronti delle donne e bambine della minoranza rohingya nello Stato di Rakhine, violenze compiute da parte delle forze di sicurezza del Paese. La richiesta, la quarta formulata dagli esperti Onu dal 1982, pretende che il governo del Myanmar fornisca informazioni dettagliate sulla repressione dell'esercito, iniziata alla fine dello scorso agosto, che ha spinto alla fuga in Bangladesh oltre 600mila persone, costrette a condizioni di vita drammatiche.

Quella sistemazione contestata

Alla vigilia dell’arrivo di Papa Francesco in Bangladesh, il governo di Dacca ha approvato un controverso progetto da 280 milioni di dollari per trasformare un’isola desolata al largo delle coste meridionali in un campo temporaneo per 100mila Rohingya, la minoranza islamica in fuga dal Myanmar dove subisce la repressione dell’esercito. L’annuncio arriva pochi giorni dopo l’accordo tra le autorità bengalesi e birmane per rimpatriare i rifugiati Rohingya costretti in affollati campi lungo il confine tra i due Paesi. Il progetto che riguarda l’isoletta di Bhashan Char è stato proposto per la prima volta nel 2015 e da subito ha suscitato forti critiche a causa della sua inabitabilità. Sulla piccola striscia di terra, emersa dalle acque nel Golfo del Bengala solo nel 2006 e a un’ora di barca dalla più vicina isola disabitata, bisogna costruire non solo ripari ma soprattutto barriere lungo la costa, in grado di resistere alle alluvioni ed ai cicloni stagionali.

Il tema delle persecuzioni sui Rohingya è il "convitato di pietra" nel viaggio del Papa, al quale è stato chiesto di non nominare la minoranza nell’ex Birmania, data l'estrema delicatezza del tema.

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