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Ora l'India alza i toni con l'Ue: "Non s'impicci del caso marò"

Europarlamento in capo per i due ficilieri: "L'India li rimandi a casa". Ma Nuova Delhi alza la voce: "Intervento inopportuno"

Ora l'India alza i toni con l'Ue: "Non s'impicci del caso marò"

In ritardo, ma alla fine l’Europa è scesa compatta in campo a favore dei marò. Il parlamento di Strasburgo ha approvato, per acclamazione, una risoluzione che, per la prima volta con un documento ufficiale, nero su bianco, chiede il rimpatrio di Salvatore Girone e Massimiliano Latorre. Un cambio di giurisdizione e un netto incoraggiamento all’Alto Rappresentante Federica Mogherini a intraprendere tutte le misure necessarie al raggiungimento di una soluzione equa, rapida e soddisfacente. Una presa di posizione che ha mandato su tutte le furie il governo indiano. Che ha invitato l'Europarlamento a non mettere becco sulla questione.

La sorte dei nostri militari non riguarda più i rapporti bilaterali tra l’Italia e l’India ma diventa una priorità delle Istituzioni europee. Una svolta, sottolineata da un applauso convinto dell’Aula, che fa ben sperare per una soluzione positiva, anche considerando le aperture che sembrano delinearsi in India: poche ore prima del voto, un autorevole quotidiano indiano, The Economic Times, chiedeva di "mettere fine alla farsa", definendo il ritorno dei due fucilieri in patria "la soluzione migliore". La decisione del parlamento è stata il frutto di uno sforzo unitario di quasi tutti gli europarlamentari italiani, con in testa l’azzurra Lara Comi, che sull’argomento per prima aveva presentato un’interrogazione a risposta orale, e poi, ha redatto in larga parte il testo.

Il governo indiano, ricordando come il caso dei due fucilieri di Marina sia "all’esame dei giudici e riguardi India e Italia", ritiene che "il parlamento europeo avrebbe fatto meglio a non adottare la risoluzione" approvata ieri in cui si auspica che il giudizio su Latorre e Girone, in attesa a New Delhi da quasi tre anni dell’avvio di un processo per l’accusa di avere ucciso due pescatori, sia affidato alla giurisdizione italiana o tramite un arbitrato internazionale e che i marò possano tornare in Italia per essere giudicati.

Nella dichiarazione il governo indiano, estremamente irritato dall’iniziativa, ha ricordato poi che "la Corte Suprema, nella sua decisione del 14 gennaio (mercoledì), ha concesso un prolungamento di tre mesi a Massimiliano Latorre per restare in Italia per motivi di salute e che l’altro marò, Salvatore Girone, vive nell’ambasciata italiana a New Delhi".

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