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Il Pakistan mette in galera chi non digiuna durante il Ramadan

Tre mesi di carcere per chi sarà trovato a mangiare o fumare durante il mese

Il Pakistan mette in galera chi non digiuna durante il Ramadan

Pene ancora più severe. Un emendamento a una legge del 1981renderà ancora più difficile il mese del Ramadan in Pakistan per chi non lo osserva. Non solo una pena pecuniaria per chi sarà trovato a fumare o mangiare durante il periodo di digiuno, ma anche la condanna a tre mesi di carcere.

Per chi verrà trovato a mangiare (o bere) o con una sigaretta prima della rottura del digiuno la sanzione sarà di 500 rupie (circa 4.5 euro). Per stazioni televisive e cinema trovati in violazione delle norme si arriverà a 500.000 rupie, più di 4mila euro.

Comunque nulla in confronto alla proposta avanzata da Pir Amin Ul Hasnat Shah, ministro per gli Affari religiosi, che durante il ramadan aveva proposto la chiusura totale dei cinema, mentre mangiare in pubblico durante il mese sacro per l'islam è non solo difficile - i ristoranti non sono aperti - ma anche proibito.

Particolamente critica la posizione di Bakhtawar Bhutto, figlia dell'ex primo ministro Benazir, assassinata nel 2007. "Questo non è islam", ha detto, aggiungendo in un messaggio sul suo accoun twitter che "la gente rischierà di morire d'infarto e disidratazione conquesta legge ridicola".

La Bhutto ha poi aggiunto: "Non tutti in Pakistan digiuneranno.

I bambini a scuola, gli anziani, le persone con problemi di salute: dovremmo arrestarli tutti per avere bevuto un po' d'acqua?".

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