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Il Panopticon high tech di Pechino: benvenuti nella Cina della sorveglianza di massa

Riconoscimenti facciali e intelligenza artificiale: la Cina sta costruendo il più grande sistema di sorveglianza high tech

Il Panopticon high tech di Pechino: benvenuti nella Cina della sorveglianza di massa

Con oltre 1.4 miliardi di abitanti la Cina si accinge a costruire il più grande sistema di sorveglianza di massa basato sull’utilizzo della tecnologia. Grandi schermi lungo le strade mostrano istantaneamente i volti dei passanti e segnalano per nome e numero di matricola governativa tutti coloro che hanno compiuto qualche infrazione. Poliziotti con occhiali a riconoscimento facciale sorvegliano gli ingressi dei grandi edifici. Non bastano le duecento milioni di telecamere di sorveglianza installate per tutta la Cina - quattro volte quelle degli Stati Uniti. Ad esse si aggiungono sofisticati software che controllano l’uso di internet da parte dei cittadini ed un’estesa rete di monitoraggio che sorveglia le comunicazioni e i luoghi di transito come stazioni e aeroporti.

È il Panopticon high tech di Pechino costruito su scala nazionale. Un ingegnoso sistema di potere che “sorveglia e punisce” – per citare Michel Foucault – attraverso una rete di vigilanza massiva. Il sistema di controllo messo in piedi dal governo cinese è la prigione ideale di Jeremy Bentham realizzata con investimenti miliardari nel mondo high tech. Il mito orwelliano incarnato in un popolo che crede ciecamente nella sicurezza del suo governo e obbedisce al suo potere. Il sistema di sorveglianza della Cina sembra reggersi sul presupposto che solo un’autorità forte possa ristabilire l’ordine in un Paese turbolento.

I software tecnologici per il riconoscimento facciale hanno permesso alla polizia di Nanchang, Cina sud-est, di identificare e arrestare un sospettato in una folla di oltre 60 mila persone radunate per un concerto pop. Il controllo delle chat e dei contenuti postati online dai cittadini cinesi viene effettuato ogni sei mesi dalle compagnie proprietarie dei software, e poi riferito direttamente al governo. L’utilizzo di app mainstream come Facebook e Twitter è vietato in Cina. Al loro posto, social network e applicazioni mobile rigorosamente made in China e non crittografate, che spiano persino i file e le conversazioni eliminate.

Gli agenti di polizia cinesi indossano occhiali speciali in grado di riconoscere un individuo tra 10 mila persone in un nano secondo. Nelle stazioni e negli aeroporti iniziano a comparire i primi “poliziotti robot”, dispositivi che sfruttano l’intelligenza artificiale per scannerizzare la folla, monitorare la qualità dell’aria e localizzare eventuali incendi nelle vicinanze. I pedoni sono costantemente filmati da videocamere di sorveglianza che accusano pubblicamente i colpevoli di qualche infrazione non ancora risarcita.

Tutte le informazioni e i dati raccolti sui cittadini sono messi a disposizione del governo cinese senza alcuna eccezione.

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