Mondo

Parrucchiera non serve musulmana con il velo. Ora rischia 6 mesi di carcere

La parrucchiera si è rifiutata di acconciare i capelli a una donna musulmana che è subito andata a denunciarla. "Le mie idee non sono sbagliate, l'islam è sbagliato"

Parrucchiera non serve musulmana con il velo. Ora rischia 6 mesi di carcere

"Le ho detto di andarsene altrove, io non accolgo gente come lei... Il male non è nella mia decisione, il male è l'islam, la sua ideologia e lo hijab". Così una parrucchiera norvegese ha esclamato davanti al giudice che l'ha condannata per non aver servito una cliente musulmana che si è presentata nel suo negozio con il velo.

Il fatto è accaduto a Bryne, una piccola cittadina della Norvegia, e le protagoniste di questa disavventura sono la parrucchiera Merete Hodne e la musulmana Malika Bayan. Malika, qualche giorno fa, si è presentata nel negozio di Merete con il velo e ha chiesto di poter essere pettinata. Ma prontamente, la parrucchiera si è rifiutata e ha invitato la musulmana ad uscire dal suo locale. Secondo quanto riportano i media locali, questo banale screzio è stato portato in tribunale e ora l'acconciatrice rischia fino a sei mesi di carcere.

Interrogata dai giudici, Marete ha seccamente difeso il suo comportamento e le sue idee: "Le ho detto di andare altrove, io non accolgo persone come lei…non vedo niente di male nel fatto che sia io a decidere chi entra nel mio negozio e chi no. Il male non è nella mia decisione, il male è l’islam, questa ideologia, e lo hijab è simbolo di questa ideologia così come la svastica era ed è simbolo del nazismo".

Le sue parole non devono essere di certo piaciute ai giudici, anzi li hanno fatti talmente tanto insospettire del suo comportamento e delle sue idee che hanno continuato con le domande e sono andati a scavare nel passato della donna. "Io ho rifiutato l’ingresso di quella donna perché quella donna velata voleva che io rifiutassi l’ingresso di clienti maschi (in Scandinavia e Centroeuropa i parrucchieri servono sempre sia donne sia uomini, il barbiere per soli uomini non esiste, ndr) in quanto secondo la sua religione lei non avrebbe potuto mostrare capelli agli uomini. per questo le ho detto di andarsene".

Le accuse della parrucchiera hanno subito fatto scaladare l'islamica che ha commentato la vicenda a modo suo: "Io sono solo entrata per chiedere quanto costava farsi fare delle mèches, che c’è di male? Mi sono sentita profondamente umiliata, mi sento sempre profondamente umiliata quando vengo trattata in questo modo qui, in Norvegia che considero il mio paese".

Come riporta Repubblica, questa lite si sarebbe potuta concludere prima se solo la parrucchiera avesse deciso di pagare una multa di 870 euro fattale dalla polizia dopo che la giovane musulmana l'aveva denunciata. Ma non ha voluto farlo perché non si è piegata ai dettami islamici.

Per questo motivo, il tribunale ha preso in esame il caso e ha interrogato entrambe le donne. Ora, la polizia che ha raccolto la denuncia della musulmana ha chiesto un aumento della multa per risolvere il caso, se la parrucchiera dovesse rifiutare ancora, le autorità reclamano almneo 19 giorni di prigione.

Come fanno notare i media locali, questa situazione è il risultato di un malcontento generale causato da uno spropositato numero di immigrati che sono stati "piazzati" nei Paesi scandinavi.

I cittadini non ce la fanno più e ogni scusa è buon per rivendicare i loro diritti.

Commenti