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Il piano della minoranza di Syriza: tornare alla dracma e bloccare il governo

La minoranza di Syriza, dopo il varo delle riforme da parte del governo e del Parlamento di Atene, adesso prepara le mosse per far fuori il premier e prendere il controllo del Paese

Il piano della minoranza di Syriza: tornare alla dracma e bloccare il governo

Un vero e proprio piano per spodestare Tsipras e dare vita ad un golpe ad Atene. La minoranza di Syriza, dopo il varo delle riforme da parte del governo e del Parlamento di Atene, adesso prepara le mosse per far fuori il premier e prendere il controllo del Paese. Secondo quanto racconta il Financial Times durante una riunione segreta tenutasi con una cena a porte chiuse all'Oscar Hotel di Atene gli esponenti della minoranza del partito di Tsipras averbbero deciso un piano che prevede in sostanza un blocco degli aiuti da parte della Bce, lo svuotamento delle camere di sicurezza e una richiesta di aiuto a Mosca. Il tutto con un solo scenario: il ritorno alla dracma. "Ci sono stati momenti di grande tensione", ha raccontato un attivista di Syriza al Financial Times. In particolare, quando l'ex ministro dell'Energia Panayotis Lafazanis ha proposto di prendere il controllo della Zecca greca, dov'è conservata la maggior parte delle riserve di liquidità del Paese. "Il nostro obiettivo è il ritorno alla moneta nazionale", avrebbe detto Lafazanis, spiegando che il tesoretto da 22 miliardi di euro avrebbe permesso ad Atene di continuare a pagare salari, pensioni, servizi pubblici, cibo e carburante, in attesa del lancio di una nuova dracma.

Il piano - commenta il Financial Times - dimostra quanto sia spietata la determinazione dell'ala più estremista di Syriza nel perseguire i propri obiettivi politici, ma anche la loro mancanza di consapevolezza del funzionamento dell sistema
finanziario dell'Eurozona". Inoltre, precisa il quotidiano, il valore complessivo delle riserve statali sarebbe meno la metà, circa 10 miliardi di euro, a malapena sufficiente per tenere la Grecia a galla per poche settimane. Molte di meno rispetto ai 6-8 mesi necessari per stampare, testare e distribuire una nuova moneta. Le conseguenze di un tale piano sarebbero imprevedibili. Se il governo prendesse il controllo della Zecca, ricorda ancora il Financial Times, la Bce dichiarerebbe gli euro greci contraffatti, "mettendo a rischio di arresto chiunque provi a comprare qualcosa con queste monete", conferma un funzionario della banca centrale. "Le conseguenze - aggiunge - sarebbero disastrose.

Atene rimarrebbe risolata dal sistema
finanziario internazionale, con le banche ferme e in mano euro senza valore".

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