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Al Qaeda al fianco dell'Isis: "Tutti uniti contro Obama"

Primi raid Usa contro l'Isis: colpiti obiettivi vicino Bagdad. Hagel: "Colpiremo i lori santuari in Siria". SOSTIENI IL REPORTAGE

Abu Bakr Al Baghdadi, in una rara immagine che lo ritrae in moschea a Mosul
Abu Bakr Al Baghdadi, in una rara immagine che lo ritrae in moschea a Mosul

Contro l'Isis, l'Occidente ha promesso una lotta "con ogni mezzo necessario". E oggi alcuni caccia americani hanno condotto i primi raid contro i jihadisti a sudovest di Bagdad, in quello che un funzionario della Difesa ha definito l’inizio di un intensificarsi delle azioni contro lo Stato islamico in Iraq.

I raid americani sono stati lanciati per difendere le forze irachene sotto attacco ed è la prima volta che vengono condotti vicino alla capitale da quando è iniziata la campagna militare americana contro l’Isis nel Paese, l’8 agosto scorso. Non è stato precisato il luogo degli attacchi, né che tipo di postazione sia stata colpita. La scorsa settimana il presidente americano Barack Obama aveva annunciato che una campagna estesa, incluso l’autorizzazione di raid in Siria, cercherà di "far retrocedere e, in definitiva, distruggere l’Isis".

"Colpiremo i santuari dell’Isis anche in Siria", ha detto il capo del Pentagono, Chuck Hagel, al Senato americano, ribadendo che gli Usa non coopereranno col regime di Bashar al-Assad. Il capo di stato maggiore, Martin Dempsey, ha aggiunto che se dovesse fallire la coalizione, l'utilizzo di truppe a terra non è da escludersi. Il Dipartimento di Stato ha però poi ribadito quanto detto da Obama, secondo cui le truppe non avranno un ruolo attivo nei combattimenti.

Mentre cresce il fronte anti-Isis, anche i miliziani del Califfato trovano alleati. Le branche maghrebine (Aqmi) e yemenita (Aqpa) - fedeli al capo di al Qaeda Al Zawahiri, che è invece critico nei confronti dell'Isis - hanno lanciato un appello ai "fratelli mujaheddin in Iraq e nel Levante" perché si uniscano "contro la campagna dell’America e della sua coalizione diabolica".

Cresce intanto l'attenzione su Papa Francesco: "Bisogna garantire la sicurezza del Papa ovunque, perché credo che possano cercare di colpirlo durante i suoi viaggi o anche a Roma", ha detto l'ambasciatore iracheno presso la Santa Sede Habeeb M.H.Al Sadr a Qn, "Perché ci sono membri dell’ Isis che non sono arabi ma canadesi, americani, francesi, britannici e anche italiani. Non sono a conoscenza di fatti specifici, di progetti operativi. Ma quanto dichiarato dai terroristi dell’autoproclamato Stato islamico è chiaro.

Loro vogliono uccidere il Papa".

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