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Pure Google e Snowden difendono Apple dall'Fbi

"Forzare l'accesso a un dispositivo crea un precendente pericoloso". Anche se si tratta di un killer

Pure Google e Snowden difendono Apple dall'Fbi

Con Apple e con la battaglia contro l'Fbi che chiede di forzare il telefono del killer di San Bernardino si schierano anche Google, Whatsapp e Edward Snowden.

"Noi costruiamo prodotti sicuri e siamo disponibili a fornire le informazioni necessarie quando arrivano richieste legalmente giustificate, ma ciò non significa che sia giusta una richiesta che obblighi a violare i dispositivi", scrive l'amministratore delegato di Google, Sundar Pinchai, secondo cui chiedere alle compagnie di scardinare i codici di sicurezza dei cellulari per permettere all’Fbi di accedere ai dati costituirebbe un "precedente pericoloso".

Anche il ceo e co-fondatore di WhatsApp, Jan Koum, in un post su Facebook, approva la linea di Cook: "Ho sempre ammirato Cook per la sua posizione in materia di privacy e per gli sforzi di Apple di proteggere i dati degli utenti. E non potrei essere più d’accordo con ciò che ha detto nella sua lettera agli utenti. Non dobbiamo permettere che venga instaurato questo pericoloso precedente, oggi sono in gioco la nostra libertà e la notra autonomia".

Dal canto suo anche Edward Snowden ha difeso la posizione di Apple, scrivendo su Twitter che "l'Fbi sta creando un mondo in cui i cittadini fanno affidamento su Apple perchè difenda i loro diritti, non il contrario".

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