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Al Qaeda e Stato islamico ordinano attentati contro l'Occidente

Stato islamico ed al Qaeda hanno la necessità strategica di rivendicare ogni tipo di azione per dare credibilità e legittimità agli ordini di attacco ufficiali diramati

Al Qaeda e Stato islamico ordinano attentati contro l'Occidente

L'Occidente deve aspettarsi una nuova serie di attentati? E quando potrebbero avvenire? Stato islamico ed al Qaeda hanno la necessità strategica di rivendicare ogni tipo di azione per dare credibilità e legittimità agli ordini di attacco ufficiali, diramati la scorsa settimana. Le due organizzazioni terroristiche hanno una visione sia transnazionale che transgenerazionale per un'ideologia che non può essere sconfitta militarmente. Qualsiasi tipo di vittoria non si basa sulla conquista fisica del territorio, ma sulla volontà di piegare la forza di volontà ed il desiderio di combattere del nemico. L’eliminazione fisica delle figure principali del movimento non interrompe la profondità strategica digitale.

Gli ordini di attacco contro l’Occidente

Le due principali organizzazioni terroristiche di matrice islamica, Stato islamico ed al Qaeda, hanno emanato ordini di attacco su larga scala contro l’Occidente, rispettivamente il 18 ed il 23 marzo scorso. Lo Stato islamico ha diffuso il suo ordine di attacco in un messaggio audio di 44 minuti dal titolo He was Sincere Toward Allah and Allah Fulfilled His Wish, letto da Abu al-Hassan al-Muhajir, portavoce del gruppo dal dicembre del 2016. L’ordine di attacco di al Qaeda è stato diffuso sabato scorso su al-Sahab dal comando centrale dell’organizzazione terroristica. Al-Sahab è responsabile della diffusione di tutte le produzioni ufficiali di al Qaeda.

Similitudini e differenze nei due ordini di attacco

Stato islamico ed al Qaeda ordinano (ad invocare sono solo i simpatizzanti) attentati contro l’Occidente per vendicare gli attacchi alle moschee di Al Noor, a Christchurch e Masjid nel sobborgo di Linwood, in Nuova Zelanda. Lo Stato islamico non ha posto limiti nella scelta dei target. Al Qaeda, invece, consiglia di non colpire i luoghi di culto degli occidentali. L’intento è quello di mostrarsi diversi dai "crociati" che hanno attaccato le moschee in Nuova Zelanda. Nel testo di al Qaeda si ordina l'uccisione dei crociati, ma di non estendere tali azioni nelle chiese o nei luoghi di culto occidentali. La sfera di influenza della strategia del terrorismo è nel campo psicologico.

Stato islamico ed al Qaeda hanno emesso ordini di rappresaglia contro l'Occidente "a protezione dell'Islam". Oltre alle calamità naturali (qualora dovessero avvenire in Occidente o negli Stati Uniti) che le due organizzazioni terroristiche tradurranno in punizioni divine, Stato islamico ed al Qaeda hanno la necessità strategica di rivendicare ogni tipo di azione per dare credibilità e legittimità agli ordini di attacco ufficiali diramati. Attacchi che dovranno essere geolocalizzati in Occidente, poiché per avere visibilità (ricordiamo le tattiche dell'IRA) non conta il sangue versato, ma la posizione.

Lo scorso agosto, in un preciso passaggio di Give Glad Tidings to the Patient, il leader dello Stato islamico Abu Bakr al-Baghdadi ha invocato la strategia dell'Esercito Repubblicano Irlandese adottata in Gran Bretagna per colpire l'Occidente. L'autore del testo letto da al-Baghdadi invoca chiaramente la tattica dell'Ira. Al-Baghdadi legge testualmente: "Un attacco in Occidente equivale a mille in Medio Oriente". Si tratta della strategia dell'Esercito Repubblicano Irlandese adottata in Gran Bretagna. In termini di propaganda, i nazionalisti irlandesi avevano intuito che una bomba in Gran Bretagna ne valeva cento in Irlanda del Nord. Un soldato britannico ucciso valeva dieci poliziotti dell'Irlanda del Nord. Stato islamico ed al Qaeda sono perfettamente consapevoli che un attentato in Occidente riceve una particolare copertura mediatica rispetto ad una strage in Siria, Iraq, Yemen o Afghanistan.

Esiste uno specifico periodo per compiere un attentato?

Guardiamo il calendario

Una delle tecniche più subdole delle organizzazioni terroristiche è quella di dare un'illusione di coordinamento globale. L'illusione di una tattica indiscriminata è essenziale per colpire psicologicamente coloro che sono sfuggiti alle conseguenze fisiche di un attacco terroristico. Se l’attentato in Occidente avvenisse in una particolare finestra temporale, la profondità strategica digitale sarebbe assicurata da una persistente copertura mediatica globale (senza controllo nella maggior parte dei casi). La finestra del Ramadan, ad esempio, è ancora distante ed il "mese di sangue" con i suoi "omidici devozionali e le ricompense spirituali", è stato formulato soltanto dallo Stato islamico. Nel suo ordine di attacco, al Qaeda consiglia di non colpire i luoghi di culto cristiani ed occidentali: "Oh mujaheddin, seguite la scia degli eroi di Charlie Hebdo e colpite i crociati nelle loro basi, nei centri delle loro comunità. Non colpite le loro chiese ed i luoghi di culto occidentali. Allah è messaggero di nobile libertà e virtù. L'Islam è una religione misericordiosa con gli esseri umani". Tuttavia proprio l'organizzazione di al-Zawahiri ha già suggerito in passato la strategia dei coniglietti pasquali (versione esplosiva del Babbo Natale): "Travestitevi e fatevi saltare in aria in un centro commerciale". Nel 12° numero di Inspire si suggerivano i migliori periodi dell’anno per un attacco terroristico, come Natale e Pasqua. Nessun limite, invece, per lo Stato islamico.

In ogni caso, Stato islamico ed al Qaeda devono dimostrare la credibilità dei rispettivi ordini di attacco per operazioni globali contro l'Occidente. Per esigenze strategiche e propagandistiche, entrambe necessitano di tale conferma. Molto probabilmente e qualora dovessero avvenire, assisteremo ad azioni isolate e compiute da soggetti autonomi. Azioni che saranno in ogni caso rivendicate per opportunismo. Sia al Qaeda che lo Stato islamico mantengono una capacità di proiezione dalle cellule sparse in Africa ad esempio, ma probabilmente assisteremo a possibili attacchi ispirati e non coordinati dai rispettivi comandi. Successivamente, i terroristi daranno vita ad una guerriglia mediatica sulle piattaforme social per amplificare il messaggio e garantire una persistenza temporale. Per il terrorismo jihadista il territorio fisico in senso stretto è un’idea, mentre le sconfitte sono semplicemente prove per determinare la fede di un vero credente.

La realizzazione delle aspirazioni ideologiche sono molto più importanti della gestione permanente di qualsiasi pezzo di terra.

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