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Raid delle forze speciali russe contro cellula siberiana dell'Isis

Secondo l’intelligence di Mosca, tutti i componenti la cellula dell’Isis sarebbero rimasti uccisi nel raid condotto dalle forze speciali federali

Raid delle forze speciali russe contro cellula siberiana dell'Isis

Le forze speciali russe hanno condotto un raid contro una “cellula dell’Isis in Siberia”.

Secondo quanto riporta The Independent, le truppe d’assalto dell’Fsb, il servizio di intelligence antiterrorismo di Mosca, hanno ingaggiato venerdì sera, nella città di Tjumen', uno scontro con un gruppo di presunti jihadisti. Dopo avere ordinato agli abitanti della città della Siberia occidentale di sgomberare i quartieri settentrionali di quest’ultima, le truppe governative, impiegando anche mezzi corazzati, hanno assediato lo stabile adibito a covo dei miliziani. Il conflitto a fuoco tra i militari russi e gli islamisti si sarebbe concluso con una “vittoria assoluta” da parte dei primi.

Stando agli ultimi comunicati diramati dai vertici dell’Fsb, tutti i presunti terroristi sarebbero rimasti uccisi nel raid. Le forze speciali del Cremlino non hanno però ancora rivelato da quanti soggetti fosse costituita la cellula siberiana dell’Isis. I militari hanno quindi provato a ricostruire i piani che la sigla jihadista sarebbe stata in procinto di attuare in territorio russo.

Secondo l’intelligence di Mosca, il gruppo stanziato a Tjumen' sarebbe stato sul punto di compiere uno “spettacolare attentato” nel centro di tale area urbana e avrebbe proseguito la sua strategia stragista compiendo ulteriori attacchi in diverse metropoli della federazione, comprese Mosca e San Pietroburgo. La scia di sangue ideata dalla cellula liquidata avrebbe avuto come obiettivo, in base a un’ipotesi avanzata dall’Fsb, dimostrare all’opinione pubblica mondiale la “persistente vitalità” dell’Isis e riportare tale organizzazione terroristica al centro dell’attenzione mediatica internazionale.

L’operazione condotta dai servizi di sicurezza federali ha subito ricevuto elogi da parte di Vladimir Putin, il quale, per bocca del suo capo di gabinetto Anton Vaino, ha ringraziato i militari per la professionalità dimostrata nello sgominare una cellula fondamentalista senza pregiudicare l’incolumità della popolazione civile.

Il capo del Cremlino, sempre tramite l’alto funzionario, ha infine ricordato le numerose stragi jihadiste avvenute in passato in territorio russo e, contestualmente, ha ribadito l’impegno del proprio esecutivo sul fronte del contrasto alle infiltrazioni islamiste nel Paese.

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