Mondo

Regno Unito al voto, crescono indipendentisti ed euroscettici

La sinistra sogna di prendere la capitale ma scivola al terzo posto in Scozia, dove trionfano i nazionalisti dello Snp. In ripresa gli euroscettici di Farage: Cameron trema in vista del referendum sul Brexit

Regno Unito al voto, crescono indipendentisti ed euroscettici

L'attenzione è tutta per Londra, ma non bisognerebbe dimenticare che è tutto il Regno Unito ad andare al voto.

Nella giornata di ieri milioni di britannici sono stati chiamati a rinnovare le amministrazioni locali di 124 consigli comunali, ma anche i parlamenti nazionali di Scozia, Galles ed Irlanda del Nord. E mentre nella capitale del Commonwealth i pronostici della vigilia e le prime proiezioni danno per favorito il candidato laburista Sadiq Khan, le cose si mettono male per i progressisti.

Il Labour di Jeremy Corbyn, decisamente orientato all'estrema sinistra dopo il cambio in segreteria avvenuto nel 2015, segna il passo in Scozia, dove diventa la terza posizione dietro i conservatori e gli indipendentisti dello Scottish National Party, che possono vantare la conquista del terzo mandato consecutivo per la leader Nicola Sturgeon. In attesa di capire se i nazionalisti scozzesi riusciranno o meno a strappare la maggioranza assoluta al parlamento di Edimburgo, la vittoria annunciata già consente a molti osservatori di parlare dell'eventualità di un secondo referendum per la secessione da Londra.

Allargando lo sguardo dalla Scozia agli altri tre regni, va registrata la crescita della formazione euroscettica Ukip, guidata da Nigel Farage. Il partito per l'indipendenza del Regno Unito, stando alle dichiarazioni del suo leader, sta rosicchiando posizioni proprio al Labour di Corbyn.

Si tratta di segnali indicativi soprattutto in vista del referendum in programma per quest'anno sulla possibilità per il Regno Unito di dire addio all'Unione Europea, come chiesto da tempo da parte di ampie fasce dell'opinione pubblica. Le elezioni di ieri rappresentano quindi un importante test per il governo di David Cameron, da sempre strenuo difensore della permanenza di Londra nella Ue, anche a dispetto delle prese di posizione contrarie di gran parte dell'elettorato conservatore.

Tra gli sfidanti di Cameron per la leadership dei Tories c'è peraltro il sindaco uscente di Londra Boris Johnson, conservatore atipico e strenuo sostenitore del Brexit.

I risultati del voto di ieri diranno quindi se Johnson avrà l'occasione perfetta per affondare il rivale interno e intestarsi la battaglia politica del decennio.

Commenti