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Rifiuta di realizzare una torta omofoba: denunciata

Dire di no alla richiesta di una torta con una scritta “Dio odia i gay” è costato alla proprietaria di una pasticceria

Rifiuta di realizzare una torta omofoba: denunciata

Rifiutarsi di realizzare una torta con una scritta omofoba è costato caro a una pasticceria di Denver, Colorado. È accaduto a Marjorie Silva, la proprietaria di Azucar Bakery, al momento del rifiuto di un'ordinazione non solo fuori dal comune, ma anche dai contenuti discriminatori: un dolce da decorare con la dicitura “God hates gays” (Dio odia i gay) e un'immagine fin troppo esplicativa di due uomini che si tengono per mano con una grande croce rossa sovrapposta. Bill Jack, cliente della Silva, non ha preso di buon grado la risposta e, senza pensarci due volte ha preferito intraprendere un'azione legale nei confronti della proprietaria. Di fatto, secondo quanto dichiarato da lui stesso a una televisione locale, il diniego non sarebbe altro che l'espressione di una discriminazione basata sul suo credo.

Intervistata sull'accaduto, Marjorie Silva ha spiegato le ragioni dietro al suo fermo no nei confronti della richiesta, sottolineandone la natura discriminatoria e inneggiante all'odio; sebbene non sia abitudine del negozio di respingere le ordinazioni dei clienti, quella di Jack è apparsa da subito irrealizzabile: «Abbiamo sentito - ha affermato la Silva - che per noi non era giusto scrivere parole piene d'odio o disegnare immagini contro gli esseri umani». Per venire a capo della situazione, la stessa proprietaria avrebbe subito proposto all'uomo di acquistare della glassa per completare in proprio la torta omofoba, senza però riuscire a convincerlo.

Jack, capo dell'organizzazione Worldview Academy, che punta ad aiutare il prossimo a pensare e vivere secondo una concezione biblica, si è infatti rivolto al Dipartimento delle agenzie di regolazione che, dopo aver messo sotto investigazione l'Azucar Bakery, potrà scegliere di girare la denuncia alla Commissione dei diritti civili del Colorado nel caso in cui si concretizzi l'accusa di discriminazione nei confronti dell'uomo.

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