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Le rompe le caviglie a martellate. Ma dopo 18 anni riesce a fuggire

Orrore familiare nel Galles. Il marito la segrega in casa. Il racconto della donna: "Mi ha rotto la mascella mentre avevo in braccio il nostro bambino di appena tre mesi"

Le rompe le caviglie a martellate. Ma dopo 18 anni riesce a fuggire

Diciotto, lunghissimi anni di abusi e violenze. La vittima oggi ha 35 anni. Ma, quando l'incubo ha avuto inzio, ne aveva solo 16 anni e si era innamorata di un ragazzo che presto era diventato suo marito. "All'inizio tutto sembrava splendido, ben presto sono precipitata in un incubo senza fine - racconta al North Wales Daily Post - mio marito ha iniziato a impormi come vestire, mi ha sequestrato le carte di credito e mi ha vietato di guidare". La donna, che nell'intervista ha chiesto di rimanere anonima, è stata così segregata in una casa del Galles, completamente isolata da parenti e amici.

Ben presto la prigionia è divenuta un inferno. Le minacce si sono trasformate in schiaffi, pugni e violenze fisiche. "In poco tempo è passato dal picchiarmi con le mani all'utilizzo di diversi oggetti. Mi colpiva con delle catene e con un attizzatoio – continua la donna – mi ha rotto la mascella mentre avevo in braccio il nostro bambino di appena tre mesi. Non potevo sentire gli amici o contattare la mia famiglia. Vivevo lontana dal mondo in una casa nel nulla. Non parlavo con nessuno. Ero isolata". E ricorda: "Avevo solo 16 anni quando l'ho incontrato, era il mio primo rapporto serio. Non sapevo che quello che stava accadendo non era normale. Si infuriava per tutto, anche se le uova erano cucinate nel modo sbagliato. Stavo cercando di proteggere i miei figli e pensavo che se lui si fosse sfogato su di me, li avrebbe risparmiati. Ero cieca, non mi rendevo conto dell'impatto emotivo devastante che quella situazione poteva avere su di loro".

Ogni volta che la massacrava di botte, il marito chiedeva scusa e prometteva che non le avrebbe più fatto del male. Quindi, le regalava mazzi di fiori e, tra le lacrime, implorava il perdono della moglie. Ma ben presto l'incubo ricominciava. "Un giorno – racconta - mi legò al letto e mi ruppe le caviglie con un martello per non lasciarmi scappare". Per diciotto anni la donna non si è mai rivolta a un ospedale. Quando andò al pronto soccorso dopo che il marito le aveva rotto un braccio con una mazza da baseball, fornì generalità false per non metterlo nei guai. A farle è scattata la molla è stato quando il marito ha iniziato a minacciare i figli. "Nella mia mente ero rimasta per proteggerli – conclude – Poi ho iniziato a vedere che quello che era successo aveva avuto un effetto devastante su di loro. Onestamente non so come sono ancora viva. Voglio pensare positivo, sono grata per il futuro e per la libertà che non ho mai avuto.

Mi rifiuto di vivere la vita guardando il passato".

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