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Russia, arresti alle proteste anti-Putin dichiarate illegali dal Cremlino

Decine di manifestanti sono stati arrestati in Russia durante le manifestazioni anti-Putin organizzate dall'Ong fondata dall'oligarca Mikhail Khodorkovsky, Open Russia. Le proteste erano state dichiarate illegali dal Cremlino

Russia, arresti alle proteste anti-Putin dichiarate illegali dal Cremlino

Decine di persone sono state arrestate, ieri, nel centro di San Pietroburgo e in altre città russe, per aver preso parte ad una serie di manifestazioni non autorizzate, promosse per chiedere al presidente russo, Vladimir Putin, di non candidarsi alle prossime elezioni del 2018.

Le manifestazioni anti-Putin sono state organizzate in circa 30 città della Russia dall’Ong Open Russia, l’organizzazione per i diritti umani fondata dall’oligarca russo Mikhail Khodorkovsky, l’ex direttore del colosso petrolifero Yukos, considerato come uno dei principali oppositori del capo Cremlino.

Nonostante il procuratore generale russo, nella giornata di martedì, avesse decretato lo scioglimento della Ong Open Russia, la cui attività è stata definita “indesiderabile”, perché “finalizzata a incitare proteste e a destabilizzare la situazione politica interna, presentando una minaccia alle basi costituzionali della Federazione russa e alla sicurezza dello Stato", le manifestazioni organizzate da Khodorkovsky, dichiarate “illegali” dal Cremlino, sono andate in scena lo stesso nelle principali città nel Paese.

In pochi hanno preso parte, però, alle proteste. Circa 150 persone hanno manifestato nel centro di San Pietroburgo, secondo i dati diffusi dal ministero dell'Interno di Mosca, e solo alcune decine di manifestanti hanno risposto alla convocazione dell’Ong di Khodorkovsky a Mosca e in altre città della Russia come Krasnodar, Ufa, ed Ekaterinburg, come mostrano le immagini diffuse da Russia Today. I partecipanti alle manifestazioni hanno protestato contro il presidente russo, Putin, e il suo governo. Un centinaio di persone si è messo in coda, nella capitale russa, davanti ad un ufficio nei pressi del Cremlino, per consegnare numerose lettere contenenti una petizione per chiedere al presidente russo di non ricandidarsi alle prossime elezioni presidenziali del 2018. Secondo un portavoce di Open Russia, citato dall’agenzia russa Interfax, la polizia ha fermato 103 manifestanti che partecipavano alla protesta non autorizzata promossa dalla Ong nel centro di San Pietroburgo. Secondo la stessa fonte, altri 20 manifestanti sono stati arrestati a Tula e 3 a Lipetsk, città che si trovano ad alcune centinaia di chilometri a sud della capitale.

Le manifestazioni che si sono svolte ieri in decine di città russe si inquadrano nella campagna annunciata dall’oppositore russo in esilio a Londra per impedire che Putin si candidi nuovamente alle prossime presidenziali. In occasione delle consultazioni dello scorso settembre, per l’elezione dei deputati della Duma di Stato, vinte con il 54% dal partito di Putin, Russia Unita, Khodorkovsky aveva dichiarato, infatti, di essere pronto a finanziare una serie di iniziative volte ad evitare che Putin corra per un quarto mandato. L’oligarca russo, rinchiuso per molti anni in prigione a causa di una condanna per frode fiscale, è uscito dal carcere nel 2013, dopo la grazia concessa proprio da Vladimir Putin ed è tornato ad occuparsi di politica, sostenendo la candidatura del blogger Aleksej Navalny. Candidatura che non sarà autorizzata, perché l'esponente dell'opposizione cosiddetta liberale, è stato condannato per truffa a cinque anni di carcere, lo scorso febbraio.

Il Cremlino, da parte sua, accusa l’Ong di Khodorkovsky di essere finanziata dall’estero e di puntare alla destabilizzazione del Paese.

Per questo l’organizzazione, che ha sede in Russia e in Gran Bretagna è stata bandita la scorsa settimana dal territorio russo, assieme all’Institute of Modern Russia, associazione con sede negli Stati Uniti, presieduta dal figlio di Khodorkovsky.

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