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La Russia manterrà in servizio 6000 mezzi dell'era sovietica

Nel precedente piano di riarmo la Russia prevedeva la dismissione di diecimila sistemi sovietici in inventario. Solo cento le piattaforme Armata ordinate.

La Russia manterrà in servizio 6000 mezzi dell'era sovietica

Entro il 2020 la Russia radierà quattromila mezzi dell’era sovietica tra carri armati e veicoli blindati da combattimento. E’ quanto ha dichiarato all’agenzia Tass il Direttore degli Armamenti per il Ministero della Difesa russo, il generale Alexander Shevchenko. Rivista, quindi, la stima iniziale del piano che prevedeva la dismissione di diecimila sistemi sovietici in inventario.

“Quando il programma è stato redatto, il Ministero della Difesa aveva previsto la dismissione di diecimila mezzi dell’era sovietica. Tuttavia a causa della mutata situazione internazionale, dell'aumento delle abilità dei militari delle nostre forze armate, del crescente patriottismo dei cittadini russi e delle nuove soluzioni tecniche e tecnologiche che consentono un perfetto aggiornamento delle attrezzature obsolete in sistemi d’arma moderni , abbiamo rivisto il nostro piano di dismissione. Entro il 2020 saranno quattromila e non più diecimila, i mezzi da combattimento dell’era sovietica che radieremo dal servizio”.

Diverse le interpretazioni al riguardo. Mosca, a causa dei vincoli di bilancio e delle sanzioni internazionali, potrebbe aver deciso di modernizzare migliaia di veicoli piuttosto che costruirne di nuovi. Ciò non significa necessariamente che ci saranno ritardi nelle forniture dei T-90MS o degli Armata. Resta incerto il destino dei quattromila mezzi radiati dall’esercito russo. Shevchenko non chiarisce il loro futuro, ma carri armati e veicoli da combattimento dell’era sovietica potrebbero essere ceduti ai partner di Mosca che non possono permettersi il grado tecnologico dei T-90MS.

Il futuro carro armato della Russia: il T-14

Le forze strategiche possono garantire la sovranità territoriale della Russia, ma la loro utilità nella proiezione regionale nei combattimenti a media e bassa intensità è limitata. Il Ministero della Difesa russo ha ufficialmente siglato con la società Uralvagonzavod, l’acquisto del primo lotto di cento Armata (T-14, T-15 e T-16 variante ARV) che dovrebbero essere consegnati entro il 2020. E’ un numero sufficiente per equipaggiare una brigata pesante, compresi i pezzi di ricambio.

Nel 2015, presentando al mondo il suo maestoso piano di riarmo, la Russia annunciò l’acquisizione di 2300/2500 piattaforme universali Armata entro cinque anni da schierare su sette divisioni. La variante da combattimento T-14 dovrebbe avere un costo di 400 milioni di rubli, poco meno di 7,4 milioni di dollari. Quel piano di riarmo era sembrato fin da subito irrealizzabile sia dal punto di vista economico che industriale. La piattaforma prodotta dalla Uralvagonzavod è stata presentata ufficialmente (non senza imprevisti) il nove maggio del 2015, in occasione del settantesimo anniversario della Giornata della Vittoria.

Definito in patria come “il più potente carro armato del pianeta” (utilizzato anche lo slogan “potrebbe combattere su Marte” in riferimento ai nuovi supercondensatori per l'avviamento a freddo del motore diesel a meno 50 gradi), è un MBT da 48/50 tonnellate (Abrams e Challenger II ne pesano circa settanta) propulso da un motore diesel a dodici cilindri da 1500 cavalli che gli conferisce una velocità massima di 90 km/h con autonomia di 500 km. Le linee pulite del nuovo carro armato rappresentano il principale cambiamento rispetto alla tradizione russa. La caratteristica fondamentale del nuovo MBT è la torretta totalmente automatizzata e digitalizzata. Sul tetto della torretta trova posto una mitragliatrice pesante da 12,5 mm controllata digitalmente. I tre membri dell'equipaggio (secondo i russi potrebbe andare in battaglia anche con due) sono collocati in una sorta di capsula blindata nella parte anteriore dello scafo.

Il T-14 è armato con un cannone ad anima liscia 2A82-1M da 125 millimetri (evoluzione del 2A46M del T-90) che può sparare munizioni ad alta potenza tra cui proiettili perforanti, missili guidati ed ogni tipo di munizione pesante russa progettata per gli MBT. Secondo le stime russe, il cannone 2A82, ritenuto in grado di colpire un bersaglio ad 8 km, conferisce una maggiore energia cinetica rispetto al Rheinmetall dal 120mm del Leopard-2. Automatizzato anche il caricamento dei 32 colpi trasportati internamente. Il cannone 2A82 può sparare fino a dodici proiettili al minuto. Secondo i russi, la copertura emisferica dei sensori garantirebbe al T-14 la capacità di rilevare e contemporaneamente tracciare e individuare 40 bersagli terrestri e 25 bersagli aerei. Da rilevare che il sistema Armata è stato concepito come una piattaforma di combattimento universale modulare che sarà utilizzata come base per diversi di veicoli da combattimento (T-14, T-15 da combattimento per la fanteria, T-16 da recupero, variante termo-barica, gettaponti). Testata la variante equipaggiata con cannone d’assalto da 152mm derivato dal sistema 2S35 Koalitsiya-SV. Il progetto è stato ufficialmente cancellato nel 2011.

Appare evidente quanto i progettisti di Mosca abbiano sfruttato a fondo le teorie israeliane ed americane per le forze corazzate, estremizzandole con la tecnologia attuale della nuova filosofia russa. Molte delle avanzate caratteristiche di sopravvivenza provengono proprio dalla classe israeliana Merkava.

Il T-14 è protetto dalla tecnologia attiva universale Afganit, sistema che utilizza un radar doppler per rilevare i proiettili in arrivo, come granate e missili. Rilevato il proiettile, la difesa lancia un razzo intercettore per distruggere il corpo in arrivo. Secondo i russi, questa sarebbe la protezione definitiva contro gli elicotteri Apache. Secondo la US Army, invece, Afganit è in grado di rilevare solo una particolare e limitata classe di granate e minacce anticarro.

Il T-14 è dotato di una suite di telecamere ad alta risoluzione che conferiscono ai membri dell’equipaggio piena consapevolezza a 360 gradi. La corazza modulare incorpora una nuova lega d'acciaio chiamata 44C-SV-W progettata dalla Steel Scientific Research Institute. La particolare inclinazione e composizione della corazza (probabilmente si tratta di una evoluzione della Kaktus) è stimata in 900 mm nella parte frontale. Il T-14 implementa una nuova armatura reattiva esplosiva soprannominata Malachite.

Il nuovo carro armato, infine, incorpora elementi visti nei progetti Object 195 e Black Eagle. Il T-95 (Object 195) sarebbe dovuto essere il carro armato russo di quarta generazione. Annunciato fin dal 1995, fu considerato obsoleto rispetto all’epoca in cui sarebbe dovuto entrare in produzione. Lo Stato Maggiore russo cancellò il progetto nel maggio del 2010, preferendo destinare le risorse disponibili per modernizzare i T-90. Le capacità acquisite con il T-95 sono state implementate nel T-14.

L’Aquila Nera o Chyorny Oryol in russo, è probabilmente rimasto un prototipo anche se tutte le informazioni che lo riguardano sono classificate. Sappiamo che il suo telaio si basa sul T-80U, anche se lo scafo è leggermente più lungo. La sua corazza frontale è di tipo reattiva esplosiva di nuova concezione. Il suo nome in codice è Kaktus ed è considerata ancora più efficace (specialmente per i proietti a energia cinetica) dell’attuale corazza reattiva di terza generazione Kontakt-5. L’Aquila Nera dispone anche di un sistema di protezione attiva Drozd-2, molto più efficace del sistema Arena. Il Black Eagle monta infine un cannone da 125mm 2A46 a canna liscia con capacità Atgm.

Il vero nemico del T-14

Anche se la Russia riuscisse ad acquistare e produrre una media di 120 piattaforme Armata l’anno, sarebbero necessari quasi 21 anni per realizzarne 2500. Rispetto al piano di riarmo annunciato, nel 2020 la principale linea pesante di Mosca si baserà prevalentemente sul T-72B3, sui 550 T-80BV (identici ai B3 tranne che per un motore più affidabile per le operazioni nell’Estremo Oriente, la Siberia e l'Artico) sui 400 T-90A riconvertiti alla versione MS qualora si garantissero i soldi per l’upgrade e su cento Armata. Nonostante il grado tecnologico raggiunto, numericamente i T-14 non potrebbero fare la differenza sul campo di battaglia.

Anche nel prossimo decennio, la forza corazzata pesante russa sarà composta in prevalenza dalle piattaforme già in servizio, per la medesima strategia adottata nella forza aerea con il Su-57.

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