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Russia: marchi che fecero affari coi regimi fascisti e nazisti

La proposta di un membro del parlamento russo: "Negli spot i consumatori devono essere informati su ogni lato oscuro"

Russia: marchi che fecero affari coi regimi fascisti e nazisti

Il parlamento russo sta discutendo una legge che potrebbe creare non pochi imbarazzi ad alcune aziende italiane e tedesche, ma non solo. Come scrive Newsweek (ripreso da Dagospia), la Duma vorrebbe costringere le aziende che hanno fatto profitti durante i regimi nazisti e fascisti, a segnalare la storia dei loro prodotti. Non molto tempo fa Mosca aveva chiesto alla Germania il risarcimento danni per la Seconda guerra mondiale (lo stesso aveva fatto la Grecia). Ora chiede che marchi come “Lufthansa”, “Siemens” e “Bmw”, dichiarino di aver cooperato con il regime nazista.

A presentare la mozione è il deputato nazionalista Alexey Zhuravlev, che ha compilato anche una lista di marchi, tra cui compaiono anche "Coca Cola" e "Metro Cash & Carry". In un'intervista il deputato ha sottolineato che "le corporazioni che hanno incassato capitali con il sangue dei nostri connazionali e che hanno cooperato coi regimi fascisti, dovrebbero perlomeno informare i nostri consumatori, segnalandolo sui loro prodotti".

Ma in che modo sarebbero informati i consumatori? Anegli spotd esempio negli spot in radio le aziende che hanno avuto legami "commerciali" con il Terzo Reich sarebbero obbligate a menzionare quell’informazione in un messaggio di almeno tre secondi. Negli spot in tv il messaggio sarebbe di cinque secondi. Sulla carta stampata il box informativo dovrebbe occupare almeno il 10% dello spazio.

"Per non dimenticare la storia - aggiunge Zhuravlev - c’è bisogno che la nuova generazione ricordi e sappia cosa è accaduto nel ventesimo secolo e quali delle aziende ha lavorato attivamente con il Terzo Reich, producendo prodotti velenosi, armi e aerei, che hanno danneggiato la nostra gente".

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