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Russiagate, Mueller indaga ancora su Kuschner. Si stringe il cerchio intorno a Trump

Il procuratore speciale che indaga sul Russiagate cerca di far luce sui tentativi del genero del presidente di assicurarsi finanziamenti da investitori stranieri, tra cui cinesi, durante il periodo di transizione alla Casa Bianca. Intanto anche Richard Gates è pronto a testimoniare contro Manafort

Russiagate, Mueller indaga ancora su Kuschner. Si stringe il cerchio intorno a Trump

Non si ferma Robert Mueller, il procuratore speciale che indaga sul Russiagate. Ora punta i fari su Jared Kushner, genero e fidato consigliere del presidente Trump. Ne parla la Cnn, chiarendo che l’attenzione di Mueller si focalizza sul tentativo di Kushner di assicurarsi fondi esteri (non solo russi) per la sua società di real estate. Tentativo fatto durante la fase di transizione, subito dopo l’elezione di Trump.

Kushner era già stato indicato come "persona d’interesse" nelle indagini sul Russiagate per i suo contatti con Mosca e i suoi rapporti con l’ex consigliere per la sicurezza nazionale di Trump, Michael Flynn, costretto alle dimissioni e dichiaratosi colpevole di aver mentito all’Fbi. Mueller sta cercando di fare luce su un incontro di Kushner, che sarebbe avvenuto il 16 novembre del 2016, con i manager di una società cinese interessati a finanziare il suo immobile al 666 della Fifth Avenue (le trattative poi sono fallite). Nel mirino di Mueller anche un altro incontro del marito di Ivanka Trump con un investitore del Qatar, sempre per ottenere fondi per la stessa prorietà.

Per uscire dall'accerchiamento Trump accusa Obama. Dal suo resort della Florida il presidente sferra l'attacco usando, al solito, Twitter: "Lui era presidente fino ed oltre le elezioni del 2016. Perché allora non ha fatto qualcosa contro le interferenze russe?". Nel lungo fine settimana al caldo del Sunshine State Trump ha ripetutamente twittato sul Russiagate, accusando anche l’Fbi di passare troppo tempo ad indagare sulle possibili collusioni tra la sua campagna e il Cremlino tando da lasciarsi sfuggire gli indizi sul killer della Florida.

Intanto si apprende che Richard Gates, ex consigliere della campagna di Trump, sarebbe pronto a testimoniare contro il suo ex capo Paul Manafort, che è stato manager della campagna presidenziale, nell'ambito di un accordo di collaborazione con il procuratore speciale Mueller. Lo rivela il Los Angeles Times, precisando che Gates si dichiarerà nei prossimi giorni colpevole delle accuse di frode per le quali è stato incriminato con Manafort lo scorso ottobre. Gates testimonierebbe contro il suo partner nella società di consulenze politiche, attraverso la quale, secondo l'incriminazione dello scorso ottobre, i due fecero una serie di transazioni (illegali) come lobbisti non registrati del governo ucraino, nascondendo alle autorità americane milioni di dollari pagati da Kiev. In cambio della collaborazione a Gates verrebbe garantita una pena molto più lieve dei 10 anni che rischia. Gates sarebbe il terzo ex componente della squadra di Trump a fare un accordo con Mueller, dopo il membro della campagna, George Papadopoulos, e l'ex consigliere per la Sicurezza nazionale Michael Flynn.

Se confermato, il nuovo sviluppo del Russiagate arriverà pochi giorni dopo l'annuncio da parte del procuratore speciale dell'incriminazione di tre organizzazioni russe e 13 cittadini russi per le interferenze delle elezioni presidenziali del 2016.

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