Mondo

Russiagate, un nuovo dossier: "Manafort mentì sui contatti"

Il procuratore speciale Mueller che indaga sul Russiagate pubblica nuovi documenti e accusa Manafort di aver mentito pur avendo accettato di collaborare con la giustizia

Russiagate, un nuovo dossier: "Manafort mentì sui contatti"

Paul Manafort, ex responsabile della campagna elettorale di Donald Trump, mentì su cinque importanti questioni dopo aver accettato di collaborare con l'inchiesta sul Russiagate. E ha mentito pure sui suoi contatti con funzionari dell'amministrazione Trump,

Ad affermarlo è il procuratore speciale che coordina le indagini sulla vicenda, Robert Mueller, che ha diffuso oggi un nuovo dossier in cui accusa Manafort di aver mentito sulla sua interazione con Konstantin Kilimnik, il suo socio russo che sarebbe legato all'unità dell'intelligence militare di Mosca accusata di aver hackerato siti dei democratici durante le scorse Presidenziali.

Nei documenti prodotti dal procuratore speciale, si sostiene anche che la Russia propose alla campagna presidenziale di Donald Trump una sinergia politica già nel 2015. E per questa accusa nel mirino finisce in particolare Michael Cohen, l'ex avvocato dell'attuale presidente americano per cui il procuratore di New York, Robert Khuzami, haproprio oggi chiesto una condanna da 51 a 63 mesi di carcere. "Cohen, legale e imprenditore, ha commesso quattro distinti crimini federali su un periodo di diversi anni", dice Khuzami, "Era motivato dalla sua personale avidità e ha ripetutamente usato il suo poter e la sua influenza per fini ingannevoli".

Pochi giorni fa era stato lo stesso presidente Donald Trump a chiedere con forza su Twitter una "condanna piena e completa" per Cohen che la settimana scorsa si era dichiarato colpevole di aver mentito al Congresso sul progetto della costruzione di una Trump Tower a Mosca durante la campagna elettorale del 2016, aggravando la posizione del presidente nell'inchiesta sul Russiagate.

Commenti