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Salvatele ma non esaltatele: il riscatto servirà a uccidere

L'Italia deve fare la propria parte per riavere indietro Greta e Vanessa. Senza però nascondersi che i proventi dei riscatti servono a finanziare al Qaeda

Salvatele ma non esaltatele: il riscatto servirà a uccidere

Sondaggio istantaneo in redazione. Quesito: dov'eri tu all'età delle ragazze rapite in Siria? Le risposte dei più incoscienti: nell'Afghanistan invaso dai russi, in Libano tra i cristiani sotto attacco, nella Russia profonda durante il colpo di Stato anti Gorbaciov. Conclusione: ma è difficile scagliare la prima pietra sui peccati di avventatezza di due ragazze che hanno seguito l'istinto e inseguito l'avventura. In ogni caso, dire che le Greta e Vanessa hanno violato ogni regola di prudenza è altrettanto lecito quanto dire che bisogna fare di tutto per riportarle in Italia. C'è poi chi vomita insulti e cinismo sulla loro irresponsabilità approfittando del comodo anonimato del web. Ecco, questo è meno corretto. Ma lo è altrettanto dipingere, come ha fatto oggi la stragrande maggioranza della stampa italiana, un quadro idealizzato dell'avventura delle due giovani lombarde, raccontate come «la parte buona dell'Italia», due «innamorate del volontariato» che hanno fatto «un patto per i bimbi». Come se fossero due crocerossine. Ma non è così, perché fin dai tempi di Florence Nightingale l'impegno umanitario della Croce Rossa si svolge all'insegna della più totale neutralità tra le parti. Si soccorrono i feriti, di qualunque parti essi siano. Greta e Vanessa invece avevano una convizione politica evidente e negarla significa far torto anche a loro: lo testimoniano senza ombra di dubbio i messaggi su Facebook e le foto in cui posano con la bandiera dei ribelli e scritte che esaltano la «rivoluzione siriana». Anche questo è legittimo. Ma, e lo sanno bene i volontari della Croce Rossa, se indossi i colori di una parte, anche soccorrere i feriti diventa un atto politico. E i rischi aumentano. Ma non è tutto: una recente inchiesta del New York Times ha ricostruito l'incredibile giro d'affari generato dai sequestri di occidentali. Secondo i dati del quotidiano liberal americano, i rapimenti sono diventati la prima fonte di finanziamento per al Qaeda, che ha incassato dal 2008 a oggi la rotonda cifra di 125 milioni di dollari a forza di riscatti pagati soprattutto dai governi per riavere indietro propri cittadini. Nonostante ciò, l'Italia deve comunque fare la propria parte per riavere indietro Greta e Vanessa. Senza però nascondersi che i proventi dei riscatti servono a gruppi estremisti attivi in Siria come al Nusra, per portare avanti una battaglia fatta anche di attentati terroristici, vittime dei quali sono stati anche centinaia di bambini. Accusare di cinismo chi sottolinea questo lato della medaglia ed esaltare l'idealismo di Greta e Vanessa e il loro progetto per curare i bambini, significa compiere una disonesta operazione di semplificazione buonista, che può servire a illudere altri ragazzi.

A meno di non essere tra colore che ritengono i bambini uccisi dai ribelli islamisti meno innocenti delle vittime di governativi.

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