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Sbarchi, adesso l'Onu apre: "L'uso della forza è possibile"

Le Nazioni Unite bacchettano l'Ue: "Deve dividersi le responsabilità dell’accoglienza". Per l'azione di forza serve il sì del governo o del Consiglio di sicurezz

Sbarchi, adesso l'Onu apre: "L'uso della forza è possibile"

"L’Onu è pronta a fare la sua parte alla conclusione del vertice europeo, ma il segretariato non ha in agenda alcuna azione militare, anche se ci possono essere alcune similarità con l’operazione in Somalia". In una intervista a Qn il vicesegretario generale dell’Onu Jan Eliasson apre "all'uso della forza" per fermare gli sbarchi dei clandestini ed evitare nuove stragi nel Mediterraneo. Ma, al tempo stesso, sottolinea "una differenza qualitativa" con l’operazione in Somalia: "L'attività dei pirati era solo criminale, mentre in Libia abbiamo un urgentissimo problema umanitario prima che criminale".

Parlando dell’affondamento preventivo dei barconi nei porti libici, Eliasson ha messo in chiaro che "l'Onu non cerca automaticamente la soluzione di forza" ma, "se arrivasse una richiesta dei governi e se le persone continuassero ad affogare in mare, il Consiglio di sicurezza potrebbe entrare in campo, anche se il confronto su questa eventualità non è ancora iniziato". Per un’azione di commando sulle coste libiche, "normalmente ci dovrebbe essere una richiesta di intervento dello Stato membro oppure un mandato del Consiglio di sicurezza". L'Unione europea ha una lunga tradizione di rispetto delle leggi internazionali ed è consapevole che ogni decisione deve avvenire in quel contesto.

L'Onu è contraria all'apertura di campi sulle coste libiche. "Questa soluzione non potrebbe rappresentare una scelta di lungo termine - fa notare Eliasson a Qn - ma un passo temporaneo per abbassare la pressione sulle coste". Per il vicesegretario generale delle Nazioni Unite, non solo bisognerebbe tornare a Mare Nostrum e ma andrebbe addirittura ripensato "più grande". "Era un eccellente programma - continua - siamo in attesa dell’incontro di oggi dei leader del Consiglio Europeo e speriamo che trovino una posizione comune. L’obiettivo - sottolinea - è salvare ancora più disperati dopo questa immane tragedia. Le Nazioni Unite sono molto riconoscenti all’Italia per gli sforzi che sta facendo per soccorrere i migranti.

L’Ue deve dividersi le responsabilità dell’accoglienza".

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