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Gli scampati alla strage di Parigi fanno terapia di gruppo

Sono passati due mesi e mezzo dalla strage di Parigi. I sopravvissuti a quella notte non hanno ancora ripreso in mano la loro vita. Un'associazione sta cercando di reintegrarli nella società

Gli scampati alla strage di Parigi fanno terapia di gruppo

Gli scampati alla strage di Parigi vivono a metà. Soltanto uniti possono superare il trauma che li lega terribilmente a quella notte.

Salvi per miracolo cercano di andare avanti con quel che resta della loro vita. Ma qualcosa li tiene sempre lì, fissi. Quell'assurdo 13 novembre non li molla. Per questo motivo, alcuni sopravvissuti hanno fondato un'associazione, la "Life for Paris".

Il corrisponde del Corriere della Sera ha incontrato Arthur, uno dei fondatori dell'associazione e con lui ha cercato di capire quali sono i sentimenti dei sopravvissuti. "Abbiamo scelto di aiutarci, di provare a uscirne fuori assieme - ha detto Arthur -. Ogni settimana organizziamo gli “aperitivi terapeutici”, sono dei momenti in cui noi scampati ci ritroviamo in un locale per bere un bicchiere. Possiamo parlare di calcio, di musica o di vacanze, ma sappiamo che qualcosa di profondo ci unisce. Nel fare le cose insieme, c'è qualcosa di rassicurante. Tra di noi, non dobbiamo fingere, immaginiamo i pensieri nascosti nella testa di ognuno".

La "Life for Paris" accoglie tutti coloro che in qualche modo sono stati coinvolti personalmente nella strage. Attraverso incontri regolari, cerca di reintrodurre nella società gli "scampati" che si sentono sempre più diversi dalle persone "normali". "Quel che abbiamo vissuto - continua Arthur - unisce noi e ci allontana dagli altri. Per il momento è inevitabile. L’obiettivo è fonderci di nuovo con gli altri quando staremo bene. La nostra associazione ha senso adesso, se tra dieci anni non lo avrà più vorrà dire che avremo raggiunto il nostro scopo".

Un primo passo di riavvicinamento ci sarà il 16 febbraio, quando gli Eagles of Death Metal torneranno al Bataclan per finire il loro show.

Molti ragazzi dell'associazione ci andranno, altri non se la sentono ancora.

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