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Se l'uovo di cioccolato diventa una battaglia di gender

In Inghilterra il caso di una mamma che litiga con la commessa perché il figlio sceglie l'ovetto rosa anziché quello blu da maschietti diventa subito "discriminazione di genere"

Se l'uovo di cioccolato diventa una battaglia di gender

In Inghilterra accade che una mamma si infuria perché la cassiera del supermercato ha chiesto a suo figlio, di appena tre anni, perché ha preso l’ovetto di cioccolata con la carta rosa anziché quello con la carta blu, “per i maschietti”. E così il colore dell’involucro dei dolcetti per i bimbi diventa un caso di Stato nel Regno Unito.

La signora ha lamentato una sorta di violazione (quasi un’aggressione) ai sentimenti del bimbo che, secondo la sua denuncia, sarebbe stata sottoposta a un’umiliazione discriminatoria legata al genere. I tabloid britannici parlano di “gender shaming” che avrebbe sgomentato la donna, lasciandola senza parole a chiedere la solidarietà, immediata e virale, dei social network.

“Sono sicura che la cassiera non aveva alcuna intenzione di offendere – ha spiegato la mamma – ma non riesco a capire la fissazione di ritenere i giocattoli o da maschietto o da femminuccia. Personalmente credo che dovremmo incoraggiarli a giocare con tutto ciò che vogliano. Se mio figlio avesse voluto giocare con le carrozzine o con una cucina per bimbi, avrei sicuramente fatto in modo di darglieli senza, per questo, ritenere che ciò l’avrebbe reso meno maschio”.

Alla signora è bastato scrivere di ciò che le era capitato in un gruppo Facebook di mamme agguerrite di Hull, città dello Yorkshire, per ottenere addirittura una replica dalla Ferrero che, con una nota affidata a un portavoce riportato dal Daily Mail, ha spiegato che l’azienda ha scelto il colore degli ovetti per consentire ai genitori di capire quale sorpresa, i figli, avrebbero trovato nell’ovetto e che non c’è nessuna intenzione di indicare, con il blu e il rosa, la destinazione esclusiva dei cioccolatini ai maschietti o alle femminucce.

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