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Il Seal Team 6 schierato in Corea del Sud

Il Seal Team 6 giungerà domani in Corea del Sud a bordo della portaerei USS Carl Vinson. Il Pentagono ha inviato anche la Delta Force ed i Berretti Verdi.

Il Seal Team 6 schierato in Corea del Sud

Il SEAL Team 6 prenderà parte alle esercitazioni che si stanno svolgendo in Corea del Sud. La squadra SEAL parteciperà alle annuali manovre Foal Eagle and Key Resolve che simulano, in uno scenario di crisi, un attacco preventivo contro i principali obiettivi militari della Corea del Nord. Dopo l’eliminazione di Kim Jong-un ed il crollo del regime, Usa e Corea del Sud si spingerebbero verso la capitale Pyongyang per la messa in sicurezza delle strutture principali del Paese. Le zone lancio missilistiche, nell'estremo nord del paese, sarebbero precedentemente colpite dagli Usa.

Il SEAL Team 6, divenuto famoso per il raid nel compound di Osama bin Laden, giungerà domani in Corea del Sud a bordo della portaerei USS Carl Vinson. Oltre alla squadra SEAL, il Pentagono ha inviato squadre Delta Force e Berretti Verdi.

L’esercitazione Foal Eagle ha preso il via lo scorso primo marzo e si concluderà entro la fine di aprile. Key Resolve è iniziata oggi e si concluderà il prossimo 24 marzo.

Tutte le operazioni del SEAL Team 6 sono coperte da segreto militare. L’unità non è riconosciuta ufficialmente dal Pentagono. Per la Foal Eagle, gli Usa hanno inviato 3600 soldati che si uniscono ai 28 mila permanentemente di stanza in Corea del Sud.

Oltre al Gruppo da Battaglia della USS Carl Vinson, alla Foal Eagle prenderanno parte le principali piattaforme di fascia alta dell’Air Force, come F-35, F-22 ed i bombardieri B-1 e B-2. In Corea del Sud, infine, due sottomarini d’attacco statunitensi a propulsione nucleare.

Il Pentagono, intanto, ha dato il via ai lavori di adeguamento della Kunsan Air Base, a sud di Seul, che ospiterà entro la fine dell’anno uno squadrone di droni MQ-1C Gray Eagle, nell’ambito della nuova distribuzione strategica in Corea del Sud. I droni possono trasportare quattro missili anticarro Hellfire o quattro bombe GBU-44/B Viper Strike. Il Gray Eagle può essere armato anche con missili aria-aria Stinger. Il Warrior rientra nella categoria MALE, Medium Altitude Long Endurance. Le sua migliori prestazioni sono date dalla maggiore apertura alare e dal motore Thielert Centurion che gli consente di operare a 400 km ad altitudini superiori gli ottomila metri. E’ equipaggiato con un radar ad apertura sintetica e svariati sistemi sotto il muso come il Ground Moving Target Indicator e l’AN/AAS-52 Multi-Spectral Targeting System.

Il SEAL Team 6

Il SEAL Team 6 è stato creato nel 1980, dopo il fallimento dell’operazione Eagle Claw, il maldestro intervento americano, avvenuto il 24 aprile di quello stesso anno, organizzato per salvare i 53 ostaggi tenuti prigionieri nell’ambasciata di Teheran. Quel fallimento ebbe due conseguenze. La prima e più drammatica, fu la sorte degli ostaggi americani, liberati soltanto 444 giorni dopo. La seconda fu la creazione della Delta Force e del SEAL Team 6. La Marina Militare degli Stati Uniti chiese al comandante Richard Marcinko, pluridecorato veterano del Vietnam, di costituire un’unità che potesse rispondere rapidamente alle crisi terroristiche globali. La scelta del nome non fu casuale, ma un tentativo di depistare i russi in piena guerra fredda. Il corpo dei SEAL, negli anni ’80, era formato soltanto da due squadre. Marcinko, sperando che gli analisti russi sovrastimassero la dimensione della forza SEAL, scelse di chiamare il nuovo team con il numero 6, strutturato in due gruppi d’assalto, Blu e Oro. Anni dopo, William H.

McRaven, Seal divenuto capo del Comando Operazioni Speciali, introdusse alcune procedure comportamentali per il Team 6 che, così come la Delta ed i Berretti Verdi, si discostano dal protocollo classico della truppa.

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