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Siria, Alfano conferma i numeri: quasi 50 i combattenti dall'Italia

Sono 48 gli uomini legati al nostro Paese che hanno scelto di andare a combattere nelle fila del jihad. Il ministro: "Più controlli sui voli Schengen"

Un membro del Fronte al-Nusra, gruppo attivo in Siria e affiliato ad al-Qaeda
Un membro del Fronte al-Nusra, gruppo attivo in Siria e affiliato ad al-Qaeda

Su tremila combattenti con in mano un passaporto europeo, quasi 50 sono quelli legati in qualche modo in Italia. Lo ha confermato oggi il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, fornendo i dati più aggiornati dal monitoraggio, costantemente aggiornato, sul numero di foreign fighters partiti per il jihad.

Quarantotto uomini. Tanti sono passati dal nostro Paese, "legati in qualche modo all'Italia in termini di transito o in termini di passaggi vari effettuati nel nostro Paese". Alcuni di questi casi sono noti, come quello di Giuliano Delnevo, giovane genovese morto nei combattimenti attorno ad Aleppo. Sarebbe deceduto anche il bresciano Anas el Abboubi, per il social network "Anas al Italy", finito in Siria dopo contatti con l'organizzazione belga Sharia4.

Secondo il ministero dell'Interno, al momento queste persone non rappresentano "una minaccia specifica". Nondimeno l'Italia mantiene un'allerta terrorismo "elevata, anzi elevatissima", perché "parte di quella grande comunità occidentale che contrasta il terrorismo, perché è la sede della cristianità, perché ha fatto delle scelte importanti in Parlamento anche negli ultimi mesi".

A margine di un incontro sulla Strategia per la sicurezza dell'Ue a Bruxelles, Alfano ha anche chiesto maggiori controlli per i passeggeri dei voli Schengen, per "evitare che magari dei cittadini europei vadano su quei territori a combattere e che dopo, essendosi ulteriormente radicalizzati, tornino indietro".

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