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Siria, dagli Usa 50 tonnellate di munizioni ai ribelli anti Assad

Prosegue la guerra in Siria. Gli Usa armano i ribelli anti Assad. Intanto il Consiglio europeo dice che "il regime di Assad non può essere un partner nella lotta contro l'Isis"

Siria, dagli Usa 50 tonnellate di munizioni ai ribelli anti Assad

Cinquanta tonnellate di munizioni sono arrivate dagli Usa ai ribelli anti-Assad nel nord della Siria. Lo riferisce la Cnn. Il materiale è stato paracadutato nella notte tra domenica e lunedì da alcuni aerei cargo. Ieri la coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti ha effettuato 20 missioni contro l'Isis, 18 in Iraq e due in Siria. Nel comunicato della coalizione non si fa alcun riferimento al raid in cui in un primo momento si era ipotizzato che potesse essere morto Abu Bakr al-Baghdadi. L’operazione - spiegano fonti del Pentagono alla Cnn - è stata condotta con alcuni aerei cargo C-17s scortati da alcuni caccia da combattimento. Tra il materiale paracadutato ai ribelli della Syrian Arab Coalition - nella provincia di Hasakah nel nord della Siria - munizioni per armi leggere, ma anche granate. Le stesse fonti spiegano che l’operazione è andata a buon fine e il materiale è stato recuperato da "forze amiche".

Intanto la guerra va avanti anche sul fronte diplomatico. "Il regime di Assad non può essere un partner nella lotta contro il Daesh" (l’acronimo arabo di Isis). È quanto si legge nelle conclusioni del Consiglio Ue dedicate alla situazione in Siria. L’azione contro l’Isis, continua il documento approvato dai ministri degli Esteri dell’Ue, "deve essere strettamente coordinata fra tutti i partner, e deve chiaramente puntare a colpire Daesh, Jabhat al-Nusra e gli altri gruppi terroristici definiti dall’Onu".

Che piaccia o no la Russia ormai è uno degli attori impegnati sul fronte siriano. Il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, fa sapere che Mosca si aspetta ulteriori incontri con i rappresentanti dei Paesi della regione. "Le prospettive di cooperazione con tutti questi Stati, compresi naturalmente l’Iran, l’Iraq e la Siria, dipende da quanto decisamente, precisamente e senza compromessi combatteremo il terrorismo. Il capo della diplomazia russa ha poi denunciato che in passato ci sono stati casi in cui alcuni dei nostri partner hanno ceduto alla tentativi di tollerare gli estremisti per raggiungere alcuni obiettivi geopolitica, prima di tutto, cambiare regimi non graditi in uno o nell altro paese. Questo non funziona - ha aggiunto - non ha funzionato in Iraq, non ha funzionato in Libia. Tutti si è rivelato assolutamente l'opposto: hanno rovesciato i regimi e invece che sviluppo e democrazia si è ottenuto caos, il dilagare di un violento estremismo e il terrorismo. Da questi errori è sbocciata a suo tempo al-Qaeda".

L'Arabia saudita sottolinea che l'intervento militare della Russia in Siria avrà "conseguenze pericolose", provocando un'escalation della guerra nel Paese mediorientale e spingendo militanti da tutto il mondo a unirsi alla causa terrorista. È quanto detto dai ministri di Difesa ed Esteri dell'Arabia Saudita, rispettivamente Mohammed bin Salman e Adel al-Jubeir, al presidente russo Vladimir Putin e al ministro degli Esteri Sergei Lavrov nel corso di incontri tenuti ieri in Russia.

Secondo una fonte saudita rimasta anonima, negli incontri l'Arabia Saudita ha annunciato che continuerà a rafforzare e sostenere l'opposizione moderata in Siria e avvertito Putin e Lavrov che "l'intervento dei russi li farà entrare in una guerra settaria".

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