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Siria, al via la tregua di sette giorni

È scattato alle 7, ora di Damasco, il cessate il fuoco in Siria, negoziato nella notte tra il 9 e il 10 settembre da Russia e Stati Uniti

Siria, al via la tregua di sette giorni

Alle sette di lunedì, ora di Damasco, è entrata in vigore la tregua faticosamente concordata da Russia e Stati Uniti nella notte tra il 9 e il 10 settembre. Sette, come i giorni in cui le armi dovranno tacere in Siria, per permettere la consegna degli aiuti umanitari alla popolazione stremata, residente nelle aree più duramente colpite dal conflitto, come la città di Aleppo.

A dare l’annuncio è stato il generale Sergej Rudskoy, comandante del Dipartimento operativo dello Stato Maggiore dell’esercito di Mosca. Rudskoy ha comunicato, inoltre, che restano esclusi dal regime di cessate il fuoco i jihadisti dell’Isis e i gruppi islamisti legati ad al Qaeda, contro i quali proseguiranno invece i bombardamenti.

L’esercito siriano ha confermato di aver accettato la tregua ed ha annunciato “sette giorni di calma”, riservandosi, tuttavia, il diritto di rispondere “a qualsiasi violazione commessa da gruppi armati", "usando tutte le armi a disposizione”. Il ministero della Difesa di Mosca ha quindi esortato l’Esercito Libero Siriano, sostenuto da Ankara, a rispettare a sua volta il cessate il fuoco, astenendosi dal condurre attacchi contro le unità curde, Ypg, nel nord del Paese.

La Russia ha annunciato che la tregua sarà monitorata attraverso l’uso di droni e che verrà allestito un centro di coordinamento russo-statunitense per la lotta al terrorismo in Siria. Se il cessate il fuoco andrà avanti per una intera settimana, infatti, Stati Uniti e Russia potrebbero dare il via ad attacchi congiunti contro il Califfato e i jihadisti dell’ex fronte al Nusra, che si sono recentemente ribattezzati Fateh al Sham, alleandosi con diversi gruppi ribelli dell’opposizione cosiddetta moderata.

Proprio da questa circostanza potrebbe provenire un primo grande ostacolo al mantenimento della tregua. Una delle condizioni imposte dal segretario di Stato americano, John Kerry, all’esercito di Assad, è infatti proprio quella di evitare di condurre "missioni aeree di guerra in qualsiasi zona si trovi l'opposizione e su cui sia stato fissato l'accordo". In diverse zone però, i gruppi ribelli combattono assieme ai jihadisti di Fateh al Sham, esclusi dall'applicazione del cessate il fuoco. Su questo punto ha chiesto garanzie specifiche il portavoce dell’Alto Comitato Negoziale dell’opposizione siriana, Salem al Moslet. Nel giorno dell’entrata in vigore della tregua negoziata da Washington e Mosca, infatti, Assad ha ribadito di essere determinato a “riprendere ai terroristi tutte le regioni del Paese e a ristabilire la sicurezza”. Per questo, al Moslet ha chiesto che venga chiarito a quali gruppi si debba applicare la definizione di “terroristi”, e quali siano “le misure in caso di violazioni”.

Se la tregua scattata oggi in Siria dovesse resistere, potrebbe essere il preludio alla ripresa dei colloqui di Ginevra tra il governo siriano e l’Alto Comitato Negoziale dell’opposizione, che rappresenta più di trenta fra gruppi politici e militari.

I colloqui erano naufragati lo scorso aprile, quando le parti non erano riuscite a raggiungere un compromesso sulla transizione politica nel Paese.

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