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Somalia, eliminata la mente della Strage di Garissa

Raid delle truppe speciali americane, confermata la morte di Mohamed Mohamud Ali. Le basi segrete Usa nel Corno d'Africa e lo Shield della Cia

Un soldato del governo sulla scena di un'esplosione provocata da una bomba vicino a Mogadiscio
Un soldato del governo sulla scena di un'esplosione provocata da una bomba vicino a Mogadiscio

"Annunciamo il martirio del comandante musulmano Mohamed Mohamud Ali avvenuto ad opera dei crociati americani". Con queste parole il gruppo armato somalo al-Shabab, ha confermato la morte della mente del feroce attentato avvenuto il due aprile dello scorso anno al Garissa University College, 365 chilometri a nordest della capitale keniana Nairobi, quando persero la vita 148 persone: 142 erano studenti, per lo più cristiani. L'uccisione di Mohamed Mohamud Ali è stata annunciata da funzionari somali il primo giugno scorso. Poche ore fa, la conferma della morte anche ad opera di al-Shabab. Il raid che ha portato all’eliminazione di Mohamed Mohamud Ali, noto anche con gli pseudonimi Dulyadin, Kuno e Gamadhere, è stato effettuato dalle forze speciali somale supportate da un contingente statunitense, nei pressi della città portuale meridionale di Kismayo. Mohamud Ali, cittadino keniano di etnia somala, è stato ucciso insieme ad altri tre comandanti di al-Shabab (parola originata dall'arabo al-Shabab, la Gioventù). La strage di Garissa, in Kenya, è l’attentato più sanguinoso mai avvenuto nel paese dopo quello di Al Qaeda, nel 1998, contro l'ambasciata degli Stati Uniti a Nairobi. In quel frangente persero la vita 213 persone.

Lo Special Operations Command gestisce svariati avamposti nel Corno d’Africa. Il centro di comando, responsabile anche della formazione di migliaia di truppe AMISOM, è stato allestito a Gibuti, dove sono stimate dalle quattro alle seimila unità americane. Gli avamposti si trovano in Etiopia, Kenya e nelle Seychelles, arcipelago tropicale situato a circa 800 miglia al largo della costa somala. Proprio in Somalia, gli Stati Uniti gestiscono due basi aeree. L’aeroporto di Kismayo, circa 300 miglia a sud della capitale Mogadiscio, ospita un rischieramento fortificato delle forze speciali Usa, in prevalenza Navy Seal. E’ ufficialmente protetto dalle truppe keniane. Una seconda base, presso l’aeroporto militare di Baledogle, ospita i droni in missioni hunter killer ed un ulteriore rischieramento Seal. Responsabili per il settore che comprende Baledogle sono le truppe ugandesi.

Lo Shield della Cia

La Central Intelligence Agency, infine, nell’ambito del suo programma di controterrorismo in Somalia, gestisce un’area dell’aeroporto internazionale di Mogadiscio. La CIA è responsabile dell’addestramento del commando clandestino somalo dei Gaashaan, che opera a stretto contatto con la National Intelligence and Security Agency.

La traduzione inglese di Gaashaan è Shield.

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