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Soros, parte la guerra a Orban: il magnate lo porta alla Corte Ue

La Open Society Foundation ha deciso di ricorrere alla Corte europea dei diritti umani di Strasburgo contro la legge "anti-Soros" dell'Ungheria di Orban

Soros, parte la guerra a Orban: il magnate lo porta alla Corte Ue

Soros contro Orban. Orban contro Soros. Da quanto il leader ungherese è diventato premier del Paese magiaro ha messo in campo la battaglia contro la strategia immigrazionista del magnate e finanziere. E ora la Open Society Foundation ha deciso di ricorrere alla Corte europea dei diritti umani di Strasburgo per mettere i bastoni tra le ruote alla strategia del leader forte ungherese.

La Fondazione critica la legge varata da Budapest in cui viene impedito alle organizzazioni di qualsiasi tipo di fornire aiuto ai richiedenti asilo, con pena fino a un anno di carcere previste per chiunque "faciliti l'immigrazione illegale" o assista le organizzazioni non governative che forniscono aiuto ai migranti. Non solo. Orban ha previsto anche una tassazione del 25% sulle donazioni ricevute da quelle Ong che, secondo il governo, favoriscono l’immigrazione illegale. Infine, sono la cosiddetta “legge anti-Soros" votata a giugno ha introdotto anche misure restrittive sulla concessione del diritto d’asilo.

Scelte legittime di uno Stato sovrano? Non secondo la Open Society. La Fondazione di Soros, che a maggio ha sospeso ogni operazione in Ungheria, crede infatti che la norma "infrange le garanzie di libertà di espressione e associazione contenute nella Convenzione europea dei diritti umani e deve essere abrogata".

Sono tempi duri per Orban. A Milano ha trovato calda accoglienza da parte di Matteo Salvini, con cui condivide la lotta all'immigrazione. È anche probabile che i due condivideranno la strada che porta alle prossime elezioni europee del 2017, magari con la nascita di un Movimento sovranista sotto l'elgida di Steve Bannon. Ma Bruxelles poche settimane fa ha approvato la risoluzione della deputata dei Verdi Judith Sargentin, accusando l'Ungheria di violare i principi della democrazia.

La condanna europea non ha scalfito però la determinazione del magiaro: "Voi vi siete già fatti un'idea su questa relazione, e il mio intervento non vi farà cambiare opinione ma sono venuto lo stesso - ha affermato di fronte agli eurodeputati a Strasburgo - . Non condannerete un governo, ma l'Ungheria che da mille anni è membro della famiglia europea. Sono qui per difendere la mia Patria. L'Ungheria - ha proseguito - sarà condannata perché ha deciso che non sarà patria di immigrazione.

Ma noi non accetteremo minacce e ricatti delle forze pro-immigrazione: difenderemo le nostre frontiere, fermeremo l'immigrazione clandestina anche contro di voi, se necessario".

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