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"Spada comanda e dà ordini. ​Testata a scopo dimostrativo"

Per l'aggressione di Ostia, i pm chiedono la conferma dell'arresto: "Roberto ha un ruolo di vertice nel clan"

"Spada comanda e dà ordini. ​Testata a scopo dimostrativo"

Roma - Roberto Spada è un soggetto che «comanda e può dare ordini all'interno del sodalizio». Ostia: per gli inquirenti nessun dubbio sulla figura criminale del clan Spada. Sono due collaboratori di giustizia, Michael Cardoni e Tamara Ianni, 40 anni, a raccontare alla magistratura il racket messo in piedi dalla famiglia di origini sinte fra i palazzoni di piazza Gasparri e le case popolari di via Marino Fasan e via Antonio Forni. Sono loro due a dare il via alla maxi operazione di polizia «Sub Urbe» che ha portato, primavera 2016, all'arresto di 7 componenti della famiglia Spada, condannati tutti, un mese fa, a 56 anni di carcere per associazione a delinquere aggravata dal metodo mafioso. Lo stesso sistema utilizzato da Roberto il pugile davanti alle telecamere di Rai2 e soprattutto di fronte ai residenti di Nuova Ostia che hanno assistito al pestaggio del giornalista Daniele Piervincenzi e del film maker Edoardo Anselmi. Roberto ora è a Regina Coeli e questa mattina verrà interrogato. Agghiaccianti le intercettazioni dei due collaboratori: «Me fanno la ronda sotto casa, passano come i tedeschi. Non ce la faccio più, voglio morì» dice piangendo Tamara, moglie di Michael Cardoni e nuora di Massimo, gambizzato un anno prima. Intercettazioni fondamentali al processo: «Voglio morì, non ce la faccio più - dice ancora la donna - me sento male () Me ne voglio andà da qui, tutti i giorni ritorsioni e ritorsioni e ritorsioni, sempre così» () Hanno preso mio marito un mesetto fa, gli hanno menato in sette... Era tutto livido, tutto mozzichi. Stanno con le pistole questi, gli hanno detto che gli fanno fare la fine de Giovanni e Franchino», Giovanni Galleone e Franco Antonini uccisi nel 2011 a colpi di pistola.

Siamo nel cuore di Nuova Ostia, lo chiamavano il Bronx del litorale. Oggi queste strade fanno ancora paura. Via del Sommergibile, ottobre 2015. Un uomo esce da un supermercato, è Massimo Cardoni, padre di Michael. In due su uno scooter si fermano, il passeggero estrae una pistola e fa fuoco. Mira alle gambe, Massimo cade a terra. Dal canto suo Michael, nipote proprio di Galleone, dopo esser stato torturato perché si era ribellato al racket delle case popolari, inchioderà il gruppo criminale. Secondo la magistratura i due collaboratori hanno reso «dichiarazioni convergenti» sulla posizione di Spada dicendo che «appartiene all'omonimo clan con un ruolo di vertice». In particolare su Roberto, che ha precedenti per furto e ricettazione, i magistrati citano le dichiarazioni dei coniugi Cardoni. Per i due Roberto Spada «coordina il ramo del sodalizio dedito al traffico e alla cessione di sostanze stupefacenti». Secondo i pentiti, il fratello del boss Romoletto si sarebbe «reso responsabile di un'estorsione aggravata dal metodo mafioso, appropriandosi di una abitazione di una persona che non gli aveva pagato una partita di droga». Proseguono, intanto, le indagini dei carabinieri per identificare le persone presenti al momento dell'aggressione della troupe di Nemo e per valutare eventuali responsabilità. Si fa largo l'ipotesi che la testata di Spada sia stata data a scopo dimostrativo, prova di forza e di potere.

Martedì, intanto, nella sede del X Municipio è prevista una riunione del Comitato per l'ordine e la sicurezza indetta dalla Prefettura in vista dei ballottaggi del 19 novembre.

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