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Biden giura come presidente: "Oggi è il giorno dell'America"

Cerimonia con star ed ex leader. Washington blindata per possibili scontri. Biden: "Lotta al suprematismo bianco"

Biden giura come presidente: "Oggi è il giorno dell'America"

"Io, Joseph Robinette Biden, giuro solennemente di adempiere con fedeltà all'ufficio di presidente degli Stati Uniti, e di preservare, proteggere e difendere la Costituzione degli Stati Uniti al meglio delle mie capacità. Che Dio mi aiuti". Joe Biden ha giurato come 46esimo presidente degli Stati Uniti nelle mani del giudice capo della Corte Suprema, John Roberts, con la formula prevista all'articolo II, sezione 1 della Costituzione.

Alla ricerca dell’unità

In una Washington blindata per la paura di possibili scontri, Biden ha giurato su una Bibbia di famiglia, tenuta dalla moglie Jill, utilizzata sia per i due giuramenti da vicepresidente (2009 e 2013), sia per tutti i giuramenti da senatore, sin dal primo nel 1973. "Questo è il giorno dell'America, è il giorno della democrazia", ha dichiarato nel suo discorso al Campidoglio, al cospetto di tanti ex leader (da Obama a Clinton) e star (da Lady Gaga, che ha cantato l'inno nazionale accompagnata dalla banda dei Marines, a Jennifer Lopez) . Un discorso, in molti dei suoi passaggi, improntato alla ricerca dell'unità dopo le divisioni nazionali del recente passato.

È per questo che il successore di Trump si è subito presentato come il "presidente di tutti gli americani", con la promessa di sconfiggere il "terrorismo interno" e la "supremazia bianca". "C'è molto da riparare, da ricostruire, da curare e da ottenere", ha affermato Biden, invocando l’unità per superare le sfide. L’unità, tra l'altro, sarà una condizione necessaria tanto per ristabilire la convivenza pacifica all’interno degli Stati Uniti, quanto per superare la minaccia sanitaria rappresentata dalla pandemia di Covid-19.

Quello attuale è "un momento di crisi, ma l'unità ci potrà salvare". E ancora: "Oggi non celebriamo il trionfo di un candidato, ma della democrazia. Abbiamo imparato che la democrazia è preziosa. La democrazia è fragile. E oggi ha prevalso", ha quindi proseguito il neo presidente, riferendosi ai recenti disordini scoppiati nel cuore dell'America.

Le "missioni" di Biden

"L'America è migliore di quella che vedo adesso", ha proseguito il presidente. "Non possiamo vederci come avversari", ha aggiunto Biden, affermando la necessità di trattarsi con dignità e di "abbassare la temperatura" dello scontro politico perché "senza unità non c'è pace, solo amarezza, non c'è progresso, non c'è nazione solo stato di caos".

Per quanto riguarda il coronavirus, Biden ha usato parole emblematiche: "Il virus del secolo ha bloccato il nostro paese, ci ha portato via molte vite, più di quante ci ha portato via la guerra mondiale. Dobbiamo combattere contro il virus". In politica estera, il messaggio del nuovo inquilino della Casa Bianca è chiaro: "Il mondo ci guarda. Ripristineremo le nostre alleanze e torneremo a impegnarci con il resto del pianeta".

Biden è quindi tornato sul concetto di unità: "Oggi tutta la mia anima è impegnata a unire il nostro popolo: chiedo a tutti gli americani di unirsi a me in questa causa". Ma quali sono, nel dettaglio, i nemici dell’America? L'odio, l'estremismo, l'illegalità violenta, le malattie, la disoccupazione, la mancanza di speranza. "Con unità possiamo fare cose importanti. La battaglia è perenne e la vittoria non è assicurata", ha aggiunto, ma "se se saremo uniti non potremo perdere".

Una "storia di speranza"

Parlando delle future prospettive per l'amministrazione, l'inquilino della Casa Bianca ha aggiunto: "Capisco che molti dei miei concittadini vedono un'ombra grigia sul futuro, perchè temono di perdere il lavoro, di non riuscire a pagare il mutuo, di non accedere al servizio sanitario. La risposta però non è quella di chiudersi di fronte chi ha una religione diversa, a chi legge le notizie altrove e ha altre opinioni. Se mostreremo tolleranza e unità e se, come diceva mia madre, ci metteremo per un secondo nei panni degli altri, non ci sarà nulla in grado di sconfiggere la nostra fede nel futuro". Al termine del suo discorso d'insediamento, Biden ha preso in prestito alcuni passaggi biblici e ha affermato: "Vi prometto che terremo duro e stringeremo i denti durante la notte, ma al mattino giungerà la gioia".

"Insieme noi scriveremo una storia di speranza non di paura, di unità non di divisione, di luce non di oscurità. La democrazia, la speranza, la verità e la giustizia non muoiono ma prosperano e l'America è ancora un raggio di sole per il mondo", ha quindi concluso Biden. A quel punto, il 46esimo presidente degli Stati Uniti ha affettuosamente abbracciato Barack Obama. Poi è andato a salutate l'altro predecessore, George W.

Bush, prima di lasciare la scalinata di Capitol Hill.

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